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Caso Breggia, Area Democratica contro Salvini: perchè attacca solo lei?

Matteo Salvini

Foto tratta da profilo FB

La giudice del tribunale di Firenze Luciana Breggia era stata  presa di mira da Matteo Salvini per aver respinto un ricorso del Viminale contro una sentenza che imponeva l’iscrizione di un richiedente asoilo all’anagrafe, nonostante quanto previsto dalla Legge Sicurezza

La sezione toscana di Area Democratica per la Giustizia, a proposito dell’attacco del Ministro dell’interno contro la Presidente della Sezione Immigrazione del Tribunale di Firenze, evidenzia che:

– il provvedimento del Tribunale era collegiale ma l’attacco è stato rivolto solo alla giudice Luciana Breggia, che ha esteso il testo, come se la decisione fosse solo sua

– l’accusa che il Ministro rivolge alla collega riguarda il fatto stesso di interpretare la legge, invece di limitarsi ad applicarla (evidentemente secondo la volontà del capo, che dovrebbe prevalere sulla legge da interpretare)

– al contrario, interpretare è da sempre una componente essenziale di ogni attività giudiziale di applicazione della legge (e, se per fare politica bisogna vincere le elezioni, per fare il giudice bisogna superare un concorso pubblico)

–   Il post sulla pagina facebook di Matteo Salvini contiene non solo il nome di Luciana Breggia ma anche la sua fotografia, ed è seguito dai soliti post di insulti e minacce diretti contro di lei  HYPERLINK “https://www.facebook.com/252306033154/posts/10156653561493155?sfns=mo” https://www.facebook.com/252306033154/posts/10156653561493155?sfns=mo

–  sempre in Toscana, mesi fa il  giudice Gerardo Boragine del Tribunale di  Lucca (che aveva assolto imputati di avere disturbato un comizio di Matteo Salvini) è finito sotto misure di protezione personale per gli insulti e le minacce scatenate contro di lui dopo analogo post “personalizzato” sulla pagina facebook del Ministro (post che in quel caso conteneva solo il nome del collega, ma non anche la sua foto)

– quest’ultimo attacco non riguarda solo Luciana Breggia, come l’altro non riguardava solo Gerardo Boragine, perché a qualunque magistrato potrebbe capitare di prendere decisioni sgradite al Ministro, come condannare un imputato che ha ecceduto nella legittima difesa (violando la “regola” che la difesa è sempre legittima), assegnare una casa popolare ad una famiglia Rom (violando la “regola” che vengono prima gli italiani), riconoscere diritti ad una coppia di genitori omosessuali (violando la “regola” che la famiglia è solo quella biblica)

– subire un linciaggio mediatico non è solo pericoloso per il destinatario, ma provoca un enorme discredito sull’intera funzione giudiziaria e l’inevitabile perdita di serenità da parte di chi la esercita.

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