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Valente (Pd): “caso Chianciano gravissimo, interrogazione ad Abodi”

Fimer Lucarelli

© Imagoeconomica GIUSTIZIA TRIBUNALE PROCESSO GIUDICE MARTELLETTO

“Il caso del presunto stupro di gruppo commesso a Chianciano, nel corso di un ritiro sportivo, da tre giovani atleti ai danni di una campionessa di scherma appena 17enne é gravissimo e riporta all’assoluta necessità di approvare immediatamente due leggi: quella sul consenso e quella sulle molestie con l’aggravante dei luoghi di lavoro e di studio”.

Ed è inaccettabile che, da quando ha sporto denuncia, la vittima sia stata costretta, per continuare a gareggiare, a incontrare i suoi aguzzini. Su questo caso, sul quale è in corso un processo, presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sport per capire come sia possibile che la Federazione scherma non abbia preso, in attesa certo dell’esito del procedimento, i necessari provvedimenti almeno cautelari per tutelare la giovane atleta.” Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente della Bicamerale Femminicidio. “A giudicare da quanto emerge dagli organi di stampa – prosegue Valente – quello di Chianciano è un caso emblematico di quanto accade spesso alle vittime in queste circostanze: la parola della ragazza, peraltro minorenne, contro quella di tre giovani che negano, anche di averla drogata. Il mondo intorno che evidentemente non le crede. Con una legge sul consenso, in caso di denuncia si partirebbe dal presupposto che senza è stato stupro. Inoltre una legge sulle molestie, anche senza una vera e propria violenza, darebbe la possibilità di prevedere aggravanti se i fatti avvengono nei luoghi di lavoro e studio, cioé nell’ambito di relazioni che presuppongono fiducia e potere asimmetrico. Ci auguriamo che la destra rinsavisca e metta in calendario subito le nostre due proposte, ferme in commissione giustizia al Senato”.
La Procura della Repubblica di Siena “respinge fermamente le accuse di inerzia pubblicamente mosse ed in particolare di inosservanza delle norme sul codice rosso”. E’ quanto si legge nella lunga nota, firmata dal procuratore capo di Siena Andrea Boni per le indagini della presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una atleta di scherma, che sarebbe avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto scorsi a Chianciano Terme. Nel comunicato la procura elenca l’attività investigativa e gli accertamenti svolti a partire dal “tardo pomeriggio” del 5 agosto quando i carabinieri di Chianciano, per primi, avvisano il pm di turno sulla presunta violenza subita da una minore durante un ritiro di scherma. “Analoga comunicazione, attinente allo stesso fatto, veniva inoltrata dalla Squadra mobile di Roma che provvedeva tempestivamente, in coordinamento con il predetto magistrato” a sentire “a sommarie informazioni testimoniali una persona e ad acquisire la documentazione medica presso la struttura sanitaria dove si era recata la minore”. La nota sottolinea che “nella medesima serata del 5 agosto 2023, venivano sottoposti a sequestro due telefoni cellulari, in uso agli indagati” e venivano sentiti otto tesi, sei italiani e due tedeschi. “La stessa polizia giudiziaria provvedeva a verificare l’eventuale esistenza di telecamere di videosorveglianza ed estrapolava immagini utili alle indagini provenienti dal sistema di sicurezza pubblico”, aggiunge il comunicato. Le notizie di reato provenienti dalla pg venivano depositate il 7 agosto giorno in cui il pm provvedeva alla “tempestiva iscrizione del fascicolo ipotizzando, a carico di due soggetti maggiorenni, l’ipotesi di reato” di violenza sessuale di gruppo aggravata. Sempre il 7, spiega la procura, il magistrato delegava la Squadra mobile di Roma a sentire “la presunta persona offesa entro il termine di 3 giorni, così come previsto dalla legge”: la ragazza venne poi sentita il 9 agosto “con l’ausilio di un interprete e di un’esperta in psicologia; l’atto veniva integralmente videoregistrato”. Il 10 agosto veniva poi sequestrato il cellulare in uso alla presunta persona offesa.
Sempre ripercorrendo le varie fasi dell’indagine la procura spiega che il 14 agosto il pm emanava ‘urgente’ delega di indagine alla sezione di pg della stessa Procura per “ricostruire la vicenda che sin dall’inizio presentava indubbi profili di complessità come spesso accade per fatti analoghi in cui, al fine di accertare il reale accadimento dei fatti, devono compiersi plurimi ed esaustivi accertamenti”. Sempre il 14 il pm delegava la Squadra mobile per “escutere il personale medico che aveva prestato le prime cure alla minore”. Il 30 novembre 2023 la Squadra mobile “depositava l’esito delle indagini”, l’1 dicembre il ct nominato dalla Procura “depositava la copia forense dei cellulari in giudiziale sequestro” mentre il 4 dicembre la pg “depositava l’esito delle indagini nel corso delle quali” erano state ascoltate 13 persone informate sui fatti, di cui 2 straniere “escusse a Bologna, al momento in cui rientravano in Italia per uno stage di allenamento”. Un altro teste è stato invece ascoltato al suo rientro dagli Usa il 19 dicembre. Ancora in data 20 febbraio, veniva depositata annotazione conclusiva di indagine da parte della locale sezione di pg mentre il 27 “il titolare del procedimento presentava richiesta di incidente probatorio diretta all’assunzione delle testimonianza della persona offesa”, attualmente al vaglio del gip. La Procura evidenzia poi che, nel corso delle indagini preliminari, il pm “ha avuto plurimi contatti con la Federazione italiana scherma alla quale è stata rappresentata più volte l’impossibilità di comunicazioni formali in pendenza di indagini preliminari. Analoga impossibilità di comunicazione, in considerazione dell’esistenza del segreto istruttorio, è stata rappresentata per iscritto alla Procura generale dello sport del Coni. Merita precisare come, ovviamente, spetta al predetto organo federale ogni e qualsiasi competenza in ordine all’eventuale sospensione di attività sportiva di atleti e tesserati”.
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