La procura di Firenze ha chiesto al gip l’archiviazione delle indagini per omicidio volontario relative alla morte di Sara Scimmi, la 19enne deceduta dopo esser stata investita nelle prime ore del 9 settembre 2018 a Castelfiorentino (Firenze).
Il fascicolo era stato aperto dalla Procura dopo un altro relativo all’incidente stradale per fare luce sulla possibilità ulteriore che qualcuno avesse potuto portare la giovane sul luogo dell’investimento, magari dopo averla aggredita. Ma nessuno degli accertamenti investigativi avrebbe dato sostegno a questa ipotesi. Invece sull’incidente stradale la procura ha chiuso le indagini sul conducente di un tir, 49enne residente nel Pisano, accusato di aver travolto la ragazza. Al camionista sono contestati omicidio stradale colposo e fuga a seguito di omicidio stradale. L’uomo andava oltre il limite di velocità e si sarebbe accorto troppo tardi – a distanza di 30 metri – della ragazza. Dopo un tentativo di frenata di circa quattro secondi, l’avrebbe travolta ma poi – anziché fermarsi – proseguì la corsa.
Gli accertamenti che hanno portato alla richiesta di archiviazione delle indagini per omicidio volontario hanno riguardato l’esame dei filmati girati dalle telecamere di una stazione di servizio ad alcune centinaia di metri dal luogo dell’incidente, più le testimonianze di alcuni giovani che si trovavano dentro e fuori la discoteca dalla quale la 19enne si era allontanata poco prima di essere investita, e i risultati dell’autopsia.
Le telecamere, secondo gli inquirenti, non avrebbero ripreso il passaggio di Sara Scimmi perché la polizia giudiziaria avrebbe estrapolato solo i 15 minuti precedenti all’incidente, quando la giovane era già passata. Almeno una testimone invece avrebbe raccontato di averla vista camminare in mezzo alla carreggiata, e di essere stata costretta a sterzare con la sua auto per non investirla.
Per la ricostruzione degli investigatori, Sara sarebbe uscita dalla discoteca e si sarebbe incamminata da sola verso casa, procedendo lungo la carreggiata. Intorno alle 3.24 del mattino, dopo circa sette minuti di camminata, si sarebbe accasciata a terra poiché in stato di ubriachezza – accertato dai test medici -, e sarebbe stata investita dal Tir. In base all’autopsia, tutte le ferite presenti sul corpo della giovane sarebbero compatibili con l’investimento da parte del mezzo pesante. Le indagini non avrebbero chiarito invece il destino di un orologio e di un anello, indossati dalla 19enne nelle foto scattatele in discoteca ma mai trovati sul luogo dell’incidente né nelle vicinanze.
Quando Sara Scimmi fu investita, la 19enne trovata senza vita nelle prime ore del 9 settembre 2017 a Castelfiorentino (Firenze), era in una posizione anomala, cioè era distesa sulla carreggiata. E’ quanto accertato nel corso delle indagini sulla morte della ragazza. Resta aperto, spiega la procura nella richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio volontario, “l’interrogativo circa le modalità con cui Sara ebbe a trovarsi in quella anomala posizione”.
Secondo il referto dell’autopsia, al momento della morte la giovane aveva nel sangue un tasso alcolemico di 1,74 grammi per litro, “concentrazione – si legge nella consulenza medico legale – in grado di determinare importanti alterazioni dello stato psico-fisico in termini di reattività, risposta agli stimoli e coordinazione”. Al momento, secondo quanto appreso, gli inquirenti non avrebbero raccolto altri elementi per ritenere in modo certo che la ragazza si trovasse a terra sulla carreggiata poiché in stato di alterazione dovuto all’abuso di alcol