Firenze, con una amara conferenza stampa, nella piazza delle Murate, il maestro Giancarlo Cauteruccio, dopo quarant’anni di lavoro con la sua compagnia Krypton, ha comunicato la sua imminente partenza da Firenze.
“Oggi ho chiesto agli amici della stampa di incontrarli – ha esordito Cauteruccio – perché domenica prossima vado via da Firenze, e dopo 45 anni torno a casa in Calabria. Dario Nardella ha detto qualche giorno fa in un programma televisivo ‘ai ragazzi che si sono formati a Firenze non posso dire tornatene al tuo paese’, io invece me ne torno al mio paese”.
“Torno a casa perché dopo questi ultimi cinque anni – continua con evidente amarezza il maestro Cauteruccio – ho assistito alla disfatta del Teatro Studio che io ho considerato come un figlio, perché io non ho figli, ma questo figlio è stato completamente distrutto, cancellato, e nonostante tutte le mie proposte, non ho trovato nessuna risposta che potesse dare continuità a quello che io avevo imparato in questi ultimi 40 anni e che avrei voluto trasferire con cura alle nuove generazioni, nell’ambito del teatro, della ricerca e della sperimentazione. Ed invece, questo silenzio che si è creato intorno a me, mi ha costretto ad andarmene per tutelare quel poco di creatività che mi rimane, allora, torno a casa”.
Maestro questa decisione arriva dopo un grosso riconoscimento nazionale ed internazionale, una decisione molto grave ed importante, forse bisognerebbe pensarci un altro po’?
“No! Naturalmente la compagnia Krypton rimarrà attiva ancora per un anno, perché deve svolgere tutte le procedure burocratiche, eccetera eccetera, e deve concludere i progetti che ha avviato per il 2021, però già nel 2022 stiamo cercando di capire se la compagnia chiuderà, oppure se si trasferirà fuori dalla Toscana”.
“Certo mi piace molto l’idea che con questa opera, dedicata a Filippo Brunelleschi e alla divina proporzione, Kripton sia riuscito a portare Firenze nel mondo, perché questa opera di video-teatro sarà presente in tutte le ambasciate, in tutti i consolati ed in tutti gli istituti di cultura italiana nel mondo, e quindi ecco, questo è un regalo che mi piace aver potuto fare al mio grande maestro che è, e rimane Filippo Brunelleschi, ma anche alla città, al mio pubblico, ai tanti giovani che ho formato in questi anni, ma anche a quelle istituzioni che con molto poco hanno permesso alla compagnia di resistere in questi ultimi cinque anni”.
“Però la resistenza ha un limite – conclude Cauteruccio – perché io non sono più un ragazzo come ai tempi dell’Eneide, quindi sono stanco, sono deluso ed è bene che vada via!”.