Un presidio permanente davanti allo stabilimento e tre striscioni appesi luoghi simbolo di Firenze per tenere alta l’attenzione sulla vertenza del cementificio di Testi a Greve in Chianti (Firenze), che dà lavoro a 100 persone, a rischio chiusura. E’ l’iniziativa dei lavoratori e di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil che hanno esposto gli striscioni su Ponte Vecchio e in piazza Signoria, piazza Santa Croce, piazza del Duomo.
Ieri le tre sigle sindacali, spiega una nota, insieme a Cgil-Cisl-Uil, hanno incontrato l’azienda nella sede di Confindustria a Firenze: allo studio l’ipotesi di proroga della Cassa integrazione. Da ieri pomeriggio lavoratori e sindacati sono in presidio permanente davanti allo stabilimento, che proseguirà anche nei prossimi giorni, almeno finché non arriveranno riposte. I sindacati spiegano che dallo scorso aprile, per l’emergenza Covid, nello stabilimento si usano gli ammortizzatori sociali e temono una smobilitazione, visto che “da marzo i lavoratori sono in Cigo Covid, saremmo dovuti ripartire a maggio come hanno fatto tutte le altre cementerie di Buzzi Unicem, invece i vertici della società hanno deciso di prolungare la cassa integrazione, e dirottare i migliori clienti, tecnici e attrezzature in altre fabbriche di loro proprietà”. I sindacati temono anche rischi ambientali e se “Buzzi Unicem chiuderà la struttura, rimarrà lì a decomporsi nei decenni a venire, inquinando il terreno e le falde acquatiche, come è accaduto per altre realtà simili?”.
Chiara Brilli ha intervistato Gabriele Spadini della Fillea Cgil