Nel territorio pretese è stato stipulato un innovativo patto per aiutare le vittime di violenza economica. L’Ordine dei Commercialisti e il Centro antiviolenza La Nara hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione per offrire aiuto gratuito alle donne vittima di violenza economica, attraverso uno sportello di ascolto, gestito esclusivamente da commercialiste volontarie. Verrà messo a disposizione un servizio di consulenza che ha l’obiettivo di sostenere nella conquista della fondamentale indipendenza.
Il servizio audio è di Giorgio Bernardini
A Prato nasce uno sportello per aiutare le donne vittime di ‘violenza economica’ a conquistare la propria autonomia. Lo prevede una collaborazione tra l’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili e il Centro antiviolenza La Nara, per dare vita ad uno sportello di ascolto, gestito esclusivamente da commercialiste volontarie. Verrà messo a disposizione un servizio di consulenza che ha l’obiettivo di sostenere nella conquista della fondamentale indipendenza. A presentare l’iniziativa il presidente dell’Ordine Filippo Ravone con la presidente del comitato pari opportunità dello stesso Ordine, Paola Santoni, e la coordinatrice del Centro Antiviolenza La Nara, Francesca Ranaldi. A sottoscrivere il patto anche Eleonora Sasso, vicepresidente della Cooperativa Alice di cui il Centro antiviolenza La Nara è espressione. I dati Istat, spiega una nota, dicono che tra le donne che hanno avuto accesso ai centri antiviolenza l’89% ha subito violenza piscologica, il 66% fisica e il 37% economica. Le professioniste affiancheranno le donne che ne faranno richiesta nel percorso di conquista dell’autonomia, supportandole nelle scelte: dalla decisione di aprire una partita Iva alla valutazione degli strumenti per affrontare situazioni debitorie che le donne si trovano spesso a subire loro malgrado perché coinvolte sotto costrizione dai compagni maltrattanti.
Per Ravone “questo protocollo rappresenta un esempio positivo di come, tutti insieme, possiamo contribuire, con concretezza, a combattere il fenomeno della violenza nei confronti delle donne. Paola Santoni e Francesca Ranaldi spiegano che la violenza economica è “un modello di controllo che di fatto impedisce alle donne di guadagnare e di utilizzare e gestire le risorse economiche della famiglia. Ci troviamo di fronte a comportamenti deliberati che hanno come obiettivo il depotenziamento della partner”. Una sorta di sabotaggio: l’uomo fa in modo che la donna non lavori e non percepisca reddito, oppure si appropria del suo reddito, la isola la indebolisce. La rende instabile e dipendente da un punto di vista economico e finanziario, riduce la sua libertà, le impedisce di scegliere, la priva di ogni possibilità di andarsene e fuggire.