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CGIL: “Just Eat lascia a piedi 100 riders a Firenze”

Juest Eat riders

Immagine di repertorio

Firenze, “Just Eat lascia a piedi i suoi ciclofattorini-riders (100 a Firenze) per seguire la totale deregolamentazione delle altre piattaforme – si legge in un comunicato della Nidil Cgil Firenze che annuncia mobilitazione – Il Parlamento intervenga per impedire questa ulteriore regressione”.

“Ai ciclofattorini/riders fiorentini è stato comunicato che la piattaforma Just Eat interromperà dal 1° gennaio 2020 i rapporti commerciali con le società Food Pony e PonyU, che attualmente forniscono alla piattaforma i ciclofattorini/riders assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (i così detti cococo). Si tratta, secondo le nostre stime – continua il comunicato della Cgil – di un centinaio di riders solo a Firenze (oltre un migliaio in tutta Italia). Da quello che sappiano Just Eat sta formando una propria flotta di riders scegliendo il modello delle altre piattaforme: la collaborazione autonoma occasionale senza contributi previdenziali e assicurativi, e con un sistema di pagamento variabile a cottimo”.

“Oltre il danno, la beffa: nei colloqui di lavoro avvenuti in questi giorni con gli aspiranti candidati, Just Eat ha escluso i rider che avevano precedentemente un contratto con Food Pony e PonyU. Quindi lasceranno a piedi tutti i riders che in questi anni hanno lavorato per loro. Se queste informazioni vengono confermate, si tratterebbe di un licenziamento di massa – specifica la Cgil -come l’anno scorso ha fatto Foodora, con l’esplicito obiettivo di deregolamentare ulteriormente questo lavoro, togliendo le tutele del contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e quindi di aggirare la sentenza del Tribunale di Torino che ha imposto per questi contratti di applicare la disciplina del lavoro dipendente”.

“Non staremo a guardare – dichiara infine Nidil Cgil Firenze -, annunciamo la mobilitazione dei lavoratori e chiediamo al Parlamento di intervenire nella conversione del decreto sui rider per assicurare a tutti l’applicazione della sentenza di Torino, garantire diritti e tutele, impedire la paga a cottimo e l’abuso del lavoro autonomo occasionale”.

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