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ToscanaCronacaCgil Toscana a congresso, Angelini annuncia non ricandidatura 'per rispetto e responsabilità'

Cgil Toscana a congresso, Angelini annuncia non ricandidatura ‘per rispetto e responsabilità’

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Cgil Toscana a congresso, Angelini annuncia non ricandidatura 'per rispetto e responsabilità'
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Cgil Toscana: “La crisi sociale si aggrava, urgono risposte”: è il messaggio che la segretaria di Cgil Toscana Dalida Angelini ha lanciato a politica, istituzioni e controparti stamani al congresso dell’organizzazione a Firenze. Annunciata la decisione di non ricandidarsi a 5 mesi dalla scadenza naturale del mandato: “Scelta presa per rispetto e responsabilità verso l’organizzazione”.

 “La Toscana ha mostrato grande resilienza, ma ha al suo interno grandi disuguaglianze sia nella distribuzione ed accesso a risorse e servizi, sia nei tassi di crescita tra territori. La crisi sociale continua ad aggravarsi, urgono in tempi brevi risposte certe e di alto profilo”: è il messaggio che Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana, ha lanciato stamani a politica, controparti e istituzioni in occasione della prima giornata del congresso dell’organizzazione al PalaCongressi di Firenze.

Prima azione da fare: dare gambe al Patto per lo sviluppo. “Nello scorso congresso – ha ricordato Angelini – chiedemmo alla Regione un patto di fine legislatura, nel quale condividere le priorità e le scelte strategiche. Nasceva così il Patto per lo sviluppo sottoscritto con le parti sociali a luglio 2019, un patto che muoveva 8 miliardi e 110.000 posti di lavoro stimati in 5 anni. Lanciamo un appello a tutti i firmatari a un confronto mirato per scegliere insieme le priorità di intervento. Il Presidente della Regione, e anche qualche assessore, non deve pensarsi come Sindaco dei Sindaci, perché una politica regionale non è la sommatoria delle varie politiche comunali”. Senza dimenticare la partita del Pnrr. “Ci apprestiamo a una fase in cui le istituzioni territoriali e regionali saranno titolari della spesa di risorse importanti a valere sul Pnrr. Vogliamo partecipare alle scelte e al controllo di ciò che si spende. Vogliamo garantire legalità e qualità del lavoro”.

Nella giusta direzione, per Angelini, sono andate altre importanti intese tra Regione e sindacato, come gli accordi sugli appalti, il Patto per il Lavoro, il Patto per la Salute.

Mentre sulla Multiutility regionale dei servizi e sull’autonomia differenziata la sindacalista pone obiezioni. Sul primo fronte, “siamo contrari alla quotazione in borsa, vogliamo ragionare di lavoro e servizi di qualità, di contenimento delle tariffe. Sarebbe opportuno un ruolo forte della Regione affinché il progetto riguardasse tutta la Toscana piuttosto che solo un quarto dei Comuni, pur importanti”. Sul secondo fronte, “vedo un rischio di disgregazione, di ulteriore allargamento delle fratture, e in fondo si offre legittimità all’idea di chi pensa che da soli si fa meglio”. Grande attenzione poi serve sul tema delle politiche industriali: “E’ necessario mettere in campo una vertenza che, partendo dalle crisi, rilanci la vocazione manifatturiera: è la battaglia più importante che abbiamo di fronte. Perché l’alternativa è il trionfo della rendita, l’eccesso di terziarizzazione, la definitiva perdita del Made in Italy, l’ulteriore polarizzazione sociale e territoriale e la marginalizzazione definitiva della Toscana rispetto alle Regioni d’Europa”.

Angelini ha chiamato poi in causa il Governo, contro la cui Legge di Bilancio la Cgil (con la Uil) si è mobilitata: “Mancata rivalutazione delle pensioni, nessuna giustizia fiscale anzi di nuovo condoni denominati tregua fiscale, nessun intervento anticiclico in favore di salari e pensioni contro la dilagante inflazione, risorse ridotte per sanità e istruzione, attacco al reddito di cittadinanza, allargamento dell’utilizzo dei voucher. Cos’altro c’è da aggiungere per connotare l’attuale governo sulla base degli interessi che difende? Noi rivendichiamo una riforma fiscale progressiva, non certo la flat tax cioè il premio a chi ha di più. Così come sarebbe necessario discutere di salario minimo e legge sulla rappresentanza, oltre che di transizione digitale, riconversione verde e politiche industriali, ma l’esecutivo non intende farlo. Dovremmo ripresentare la nostra Carta dei Diritti che è quanto mai attuale”. La sindacalista ha successivamente incalzato l’esecutivo sulle infrastrutture toscane: “Vanno completate o realizzate quelle necessarie per tenere connessa la Toscana al resto dell’Italia ed al mondo. Noi non vogliamo essere la Cenerentola dell’Italia”.

Al termine della sua relazione, Angelini (in carica da luglio 2015) ha annunciato la volontà di non ricandidarsi a segretaria generale (a 5 mesi dalla scadenza naturale del mandato che è di 8 anni): “Una scelta presa per rispetto e responsabilità, con umiltà e decisione, per evitare di fermare l’organizzazione tra 5 mesi per eleggere un nuovo segretario generale, in quanto la fase ed il contesto sono complicati e difficili. Ognuno di noi è a disposizione dell’organizzazione, mai il contrario. Posso solo ringraziare per le possibilità che mi sono state date. Lascio una Cgil sana, una Cgil che ha sempre lavorato e condiviso unitariamente le scelte che fatte”.

Tra i vari temi toccati da Angelini nella sua relazione: l’impatto del Covid (“ha fatto emergere quanto è vera la formula costituzionale della Repubblica fondata sul lavoro”), gli attacchi alla Cgil alla sede di Roma e a quelle toscane (“non ci intimidiranno, continuiamo a chiedere la messa al bando delle organizzazioni neofasciste”), la guerra in Ucraina (“va fermata, bisogna che si lavori alla pace”), l’esigenza di investire in sicurezza sul lavoro (sono stati citati due casi toscani di vittime, Luana D’Orazio morta in un’azienda tessile e Sebastian Galassi rider morto in un incidente stradale), la crisi climatica (“il tema non può essere eluso, va ribadito che Arpat ricopre una funzione decisiva nella tutela ambientale, è fondamentale nel suo ruolo di terzietà e va potenziata”), legalità (“faremo la scelta strategica di richiedere la costituzione di parte civile nell’ambito della cosiddetta inchiesta Keu”).