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Imbottigliano e vendono Chianti fasullo, 4 fratelli a processo

Il vino non proveniva dia filari di Rignano sull’Arno, località Castiglionchio ma da altre aree geografiche fuori dalla Toscana. I quattro sono attesi per l’udienza il 15 Giugno.

Veniva imbottigliato con il bollino Chianti prodotto in circa 35 di ettari a Rignano sull’Arno (Firenze), in località Castiglionchio: in realtà quel vino non sarebbe arrivato da quei filari ma da altre aree geografiche fuori dalla Toscana. Così, dopo indagini della guardia di finanza, quattro fratelli di San Casciano Val di Pesa (Firenze) vanno a processo con l’accusa di contraffazione di denominazioni di origine di prodotti agroalimentari in concorso.

Ai quattro è stato notificato un decreto di citazione diretta a giudizio del pm Fedele La Terza. La prima udienza è fissata il prossimo 15 giugno davanti al giudice Maria Filomena De Cecco. Nell’accusa, Paolo, Piero, Gianni e Stefano Conticelli saranno imputati come soci della ‘Società agricola dell’Ugo’ e della società ‘Storiche Cantine di Radda in Chianti srl’ per la vendita di 141.736 litri di vino recante, sui tipici bollini apposti alle bottiglie, l’indicazione di origine Chianti contraffatta. Paolo Conticelli è imputato anche di falso materiale per aver dichiarato falsamente in relazione alla vendemmia 2016-2017 di aver prodotto nei vigneti di Castiglionchio 2.024,81 quintali di uva.

Alla polizia giudiziaria si rivolse, presentando denuncia, il proprietario del vasto terreno, che si trova nelle vicinanze di Torri di Rignano. Il proprietario, assistito dall’avvocato Paolo Florio, evidenziò che in realtà i vigneti da lui dati in affitto ai Conticelli perché provvedessero alla loro conduzione agricola, non gli risultavano coltivati come pattuito e che, inoltre, nemmeno gli risultava che fosse vino Chianti quello che veniva messo in bottiglie con etichette che facevano riferimento ai terreni di Castiglionchio. Di qui gli accertamenti e poi il processo.

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