Il 31 agosto prossimo chiuderà definitivamente la sede di Mondadori a Firenze. Una decisione dell’azienda che porterà al trasferimento di 37 lavoratori alla sede di Segrate (Milano). Oggi, sciopero dei dipendenti davanti alla Stazione Leopolda, ne abbiamo intervistati due.
In podcast l’intervista a Fabio e Andrea, due lavoratori di Mondadori, a cura di Lorenzo Braccini.
Lo scorso 8 febbraio la direzione delle risorse umane della sede di Milano ha convocato la Rsu e la Slc Cgil (nazionale e dell’area vasta Firenze-Prato-Pistoia) per comunicare l’improvvisa chiusura definitiva della sede fiorentina di Mondadori-Rizzoli Education, prevista per il 31 agosto, richiedendo il trasferimento delle 37 maestranze alla sede di Segrate (Milano).
Lo sciopero dei dipendenti che rischiano il posto di lavoro è stato fatto davanti alla Stazione Leopolda, proprio nel luogo dove oggi è iniziata la fiera del libro ‘TESTO’. Non sembra esserci molta speranza per questi lavoratori, visto che l’azienda ha già disdetto l’affitto di via Lambruschini a Firenze.
Per la Slc Cgil e la Rsu si tratta di una decisione “grave e inaccettabile, siamo al cospetto di un licenziamento collettivo mascherato. Si tratta di 37 tra lavoratori e lavoratrici rispondenti a tutte le categorie e professionalità presenti in casa editrice, che – sostanzialmente – se non aderiranno al trasferimento perderanno il proprio posto di lavoro, senza possibilità di alternative”.
Alle 15,30 è previsto un tavolo con la Regione. “Sono al fianco delle lavoratrici – spiega la presidente della Commissione Cultura e Scuola Cristina Giachi – che anche oggi stanno manifestando davanti alla Stazione Leopolda per l’inaugurazione della fiera del libro ‘Testo’. La Toscana ha da sempre un tessuto culturale estremamente dinamico, poliedrico, diffuso capillarmente che annovera molte eccellenze e, pertanto, la perdita di un riferimento come il settore education della Casa editrice Mondadori indubbiamente impoverisce dal punto di vista culturale la dimensione produttiva del nostro territorio. Come istituzioni dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti possibili per non permettere che accada, sappiamo che già oggi pomeriggio la Regione incontrerà i sindacati che avranno modo di illustrare la situazione e decidere come muoversi, insieme, per arrivare a un risultato comune che preservi i posti di lavoro”.
“Uno dei primi insegnamenti della scuola ai ragazzi è la perseveranza – conclude la consigliera del Partito Democratico – inteso proprio come sforzo costante, non arrendersi, per cercare soluzioni ai problemi possibili che incontreranno nel corso degli anni. Con la mia mozione vogliamo aggiungere anche l’impegno concreto e attivo dell’Assemblea legislativa Toscana per arrivare a una soluzione di questa vertenza”.
I lavoratori in presidio oggi dalle 12 alle 14 chiedono “che venga valorizzato lo smart working che in questi due anni ci ha permesso di lavorare a distanza, ma con grande profitto. Consentendo anche all’azienda di risparmiare sulle spese della sede.”
“Con questa chiusura – afferma Andrea -, si chiude una lunga storia di case editrici fiorentine. Una perdita, un impoverimento forte per la città. Ancora non è finita la pandemia e loro hanno già iniziato a chiudere quando per due anni il lavoro è andato avanti e i dipendenti non si sono mai risparmiati. Purtroppo le loro decisioni – conclude – non tengono presente il sacrificio che abbiamo fatto”.