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Cinghiale, ferito in incidente stradale, viene abbattuto. Aidaa presenta esposto alla procura. Aipp: “Polemiche a dir poco farneticanti”

Cinghiale

(Foto di repertorio)

Massaraosa, provincia di Lucca, proseguono le polemiche per l’abbattimento avvenuto nei giorni scorsi di un cinghiale che era rimasto ferito in seguito ad un incidente stradale in Versilia.

La decisione presa sulla sorte del cinghiale aveva subito innescato tensioni tra animalisti e veterinari della Asl. L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) annuncia di conseguenza la presentazione di un esposto alla procura di Lucca per chiedere che si indaghi sull’abbattimento da parte della polizia provinciale.

“Nonostante le suppliche di alcune volontarie e la disponibilità dei gestori di un rifugio per animali della zona di prendersene in carico e curarlo – fanno sapere da Aidaa – è il secondo caso dopo quello di Genova che un giovane cinghiale viene freddato senza colpa ma soprattutto senza che l’animale sia stato preso in carico dai veterinari che hanno l’obbligo di soccorso verso un animale ferito ai sensi della legge di tutela della fauna selvatica”, “stiamo valutando ulteriori denunce contro chi pur essendo preposto per legge non ha impedito la fucilazione del cinghiale”.

Sulla vicenda interviene anche l’Associazione italiana agenti ed ufficiali di Polizia provinciale (Aipp) che esprime “piena solidarietà ai colleghi di Lucca” e sottolinea come “la necessità di abbattere un giovane cinghiale, già agonizzante per le lesioni spinali causate dall’impatto con un veicolo, agendo sotto controllo veterinario e in ottemperanza alla normativa del settore, ha dato adito a “.

Per l’Aipp “la doverosa necessità di intervento in relazione alla presenza di cinghiali feriti o ammalati, aggravata dai rischi connessi alla potenziale diffusione della peste suina africana, sta fornendo un pretesto per episodi di inaccettabile aggressività ed intolleranza nei confronti di personale di polizia giudiziaria”.

“Gli organi politici e tecnici preposti, oltre a dover rimpinguare gli organici al lumicino, devono fornire direttive inequivocabili che non lascino gli operatori anche in balia di una comunicazione social aggressiva e volgare, in una fase storica in cui talvolta l’ignoranza diventa motivo di orgoglio”.

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