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Cinzia Leone racconta la “mamma dentro di noi”, al Teatro Pacini

mamma

“E’ uno spettacolo molto divertente e non un trattato di psicologia”. Così Cinzia Leone presenta il suo “Mamma sei sempre nei miei pensieri. Spostati!”, in programma questa sera, alle ore 21.15, al Teatro Pacini di Pescia.

Scritto dalla stessa Cinzia Leone e Fabio Mureddu (che ne è anche il Regista) con la partecipazione di Federica Lugli, lo spettacolo racconta della “mammità” o “mamma dentro di noi”, del distacco dal cordone ombelicale, di come la mamma condiziona i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, e tutto il nostro essere. Viene “analizzata” comicamente l’impronta che ogni madre lascia sulla propria figlia, e che la figlia lascerà a sua volta sui propri figli.

“Ho avuto una madre che mi ha tormentato tutta la vita con le gocce per terra; lei teorizzava il lavandino asciutto… che è un controsenso assoluto” – e prosegue – “Per bere un bicchiere d’acqua dal lavandino dovevamo fare una serie di rituali per evitare che qualche goccia schizzasse fuori”. La voce dell’amore diceva “non mi gocciolate per terra, che è una cosa che non sopporto!” o “non dovete bagnare il lavandino quando bevete!” Erano pretese folli che andavano letteralmente contro la fisica!

Quando Cinzia è andata finalmente a vivere da sola ha deciso di buttare delle secchiate per terra per sentirsi libera da quelle che sono state le imposizioni di mamma; avrebbe voluto liberarsi dal condizionamento materno e dalla voce dell’amore della mamma dentro di sé, ma… C’è sempre un “ma”. “Una sera, finita una cena a casa mia – racconta l’attrice – un amico si è proposto di lavarmi i piatti. Come una posseduta gli ho urlato dietro – no, che mi fai le gocce per terra! A quel punto il mio amico si avvicina a me e fissandomi negli occhi ha detto – Mamma di Cinzia, esci da questo corpo e liberala!”. Da quell’episodio nasce “Mamma sei sempre nei miei pensieri… spostati! E’ la voce dell’amore di mamma che risuona dentro di noi, come un’eco, da sempre e per sempre. Durante lo spettacolo arrivano le telefonate della madre che le sottopone problemi gastrici, intestinali e Cinzia, condizionata dalle telefonate, viene portata a  ripercorrere le origini della vita – e l’evoluzione della mamma – dal protozoico, l’era primordiale, al cenozoico, fino all’era attuale.

Un invito della Leone al pubblico di Pescia: “Venite con mamma! Fate un corpo unico, come già siete e venite, attaccati dal cordone ombelicale che non avrete mai staccato (sicuramente!): ve lo tagliamo noi! Ma chi è il chirurgo? Cinzia Leone. Un chirurgo di grido… perché griderete quando ve lo taglieranno! (Da grandi fa sempre più male!)”.

 

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