Mer 25 Dic 2024
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‘Cittàslow’, campagna di comunicazione con il codice QR per conoscere delle iniziative dell’associazione sulle carrozze della Tramvia

Firenze, a dicembre sui mezzi della tramvia ci sarà il codice QR per scoprire le iniziative di fine anno nelle 15 Cittaslow toscane e nelle 300 nel mondo.

“Durante queste feste di Natale – ha detto l’assessora all’Urbanistica Cecilia Del Re l- a nostra tramvia sarà ‘ricoperta’ dalla grande lumaca di Cittàslow, l’associazione a cui aderiscono 15 città della Regione Toscana e che è nata a Greve in Chianti grazie all’allora sindaco Paolo Saturnini”.

“Con il QR code riportato sui tram, – ha spiegato l’assessora Del Re – sarà possibile conoscere le iniziative che in questi giorni le città slow promuovono sui loro territori, all’insegna di una sana qualità del vivere e di un approccio allo sviluppo del territorio sostenibile e attento alle tradizioni e alle comunità locali”.

Per l’occasione l’assessora Cecilia Del Re ha incontrato il presidente Mauro Migliorini (sindaco di Asolo) e il coordinatore Cittaslow Italia Stefano Pisani (sindaco di Pollica) in piazza dell’Unità Italiana, proprio al capolinea della linea tranviaria T2. Una scelta non causale: la mobilità sostenibile è infatti uno dei perni della nuova qualità della vita con la ciclabilità, le reti perturbante di sentieri e piste ciclopedonali, le “zone 30” e le “Stazioni Slow”.

Il Movimento Cittaslow nasce nel 1999 dalla geniale intuizione di Paolo Saturnini, ex Sindaco di Greve in Chianti, piccolo paese della Toscana.

La nuova idea di considerare la città stessa e pensare ad un diverso modo di sviluppo, basato sul miglioramento della qualità della vita, lo spinse a diffondere il suo pensiero in tutto il nostro paese. Rapidamente i suoi ideali sono stati avallati dai sindaci dei comuni di Bra (Francesco Guida), Orvieto (Stefano Cimicchi) e Positano (Domenico Marrone) oltre a incontrare successivamente il sostegno del presidente di slow food Carlo Petrini.

L’obiettivo principale di Cittaslow era ed è ancora oggi, quello di allargare la filosofia di Slow Food alle comunità locali e al governo delle città, applicando i concetti dell’ecogastronomia alla pratica della vita quotidiana.