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Clima: Coldiretti, in Toscana produzione grano duro giù del 15%

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Produzione del grano duro ancora giù in Toscana (-15%). A tracciare un primo monitoraggio sono Coldiretti Toscana e Consorzio Agrario del Tirreno – Consorzi d’Italia che confermano sostanzialmente le previsioni della vigilia.

Nonostante una stagione ‘in ripresa’ con buone rese nella parte Sud della regione, nei silos finirà una quantità di prodotto lontana dai quasi 2 milioni di quintali raccolti nel 2023, spiegano. I buoni raccolti dei cerealicoltori di Grosseto, Siena, Arezzo e della costa livornese non riusciranno a compensare i cali produttivi del resto della regione dovuti principalmente alla riduzione delle superfici coltivate causate da un andamento meteorologico per nulla complice con tanta pioggia nel momento della semina tra novembre e dicembre.

A tagliare le ‘gambe’ ci si è messo ancora una volta il clima che ha giocato, ancora una volta, un ruolo determinate nei programmi degli agricoltori che hanno dovuto fare i conti anche con costi di produzione schizzati alle stelle. L’altro elemento che ha creato crepe nella fiducia dei cerealicoltori è l’invasione di prodotto straniero che contribuisce a far crollare il prezzo del grano creando storture lungo le filiere dove un chilo di pasta può arrivare a costare anche due euro al chilogrammo a fronte dei 28/30 centesimi riconosciuti mediamente agli agricoltori in questo momento e via via a salire a seconda della qualità.

Da qui – spiega Coldiretti Toscana – la necessità di arrivare, al più presto, ad una etichetta di origine per tutti i prodotti alimentari comunitari e dire basta alla concorrenza sleale introducendo con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione. Proprio per far fronte alle oscillazioni dei prezzi di mercato e tutelare gli agricoltori Consorzi Agrari d’Italia ha messo in campo contratti di filiera e future sul grano, oltre ad importanti investimenti in ricerca.

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