Arezzo, “Chiarisca la sua posizione o faccia un passo indietro”, questo è quanto hanno chiesto al sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, le opposizioni di Pd ed Arezzo In Comune, in una conferenza stampa che ha fatto il punto sull’inchiesta che riguarda l’azienda partecipata Coingas e che vede il primo cittadino indagato per favoreggiamento.
“Crediamo fermamente che sia necessario che il nostro primo cittadino renda conto di tutto l’accaduto – spiegano riferendosi al caso Coingas, Alessandro Caneschi (Pd) e Francesco, Romizi (Arezzo In Comune) – e deve farlo pubblicamente durante la prossima seduta del consiglio comunale in programma per venerdì 19 luglio”.
Una telefonata di Ghinelli all’assessore al bilancio Alberto Merelli, intercettata dalla digos, è ora al vaglio degli stessi inquirenti, e lo stesso Merelli è indagato insieme ad altre 4 persone, nell’ambito dell’inchiesta sulle due consulenze da 440mila euro complessive, pagate a due studi professionali.
Ieri il sindaco aveva detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia ma si era anche dichiarato pronto a farsi sentire dalla procura.
In merito all’inchiesta su Coingas, è intervenuta anche la parlamentare del Pd Maria Elena Boschi, ccon un suo post sulla sua pagina Facebook: “Gentile sindaco, non la ripagherò con la stessa moneta. Per me, si è innocenti sino a sentenza passata in giudicato. Se lei fosse una persona seria adesso si dovrebbe scusare per come si è comportato in passato. O al massimo fare una bella causa di risarcimento danni a nome della città nei suoi stessi confronti. Ovviamente – aggiunge Boschi -, sono sempre stata e resto garantista per cui spero che il sindaco possa dimostrare di essere estraneo a questa vicenda. Eppure, faccio fatica a non ricordare gli attacchi scomposti e beceri che Ghinelli mi rivolse per la vicenda Banca Etruria per la quale non sono nemmeno mai stata indagata. Anzi, arrivò a dichiarare che avrebbe promosso un’azione di risarcimento dei danni nei miei confronti a nome della città (ovviamente mai davvero avviata) pur di avere un trafiletto su qualche giornale nazionale”.
Le opposizioni chiederanno anche al segretario generale, e al presidente del Consiglio, “di ricevere tutta la documentazione riguardante le società partecipate del comune”.
Sul fronte delle indagini emergerebbe che il bilancio della società era difficilmente approvabile, anche per i sindaci revisori, proprio per via delle due consulenze pagate al commercialista cortonese Marco Cocci, ora indagato, e allo studio legale Olivetti Rason di Firenze. Quelle consulenze generarono un’impasse dalla quale, secondo quanto emerge dalle carte messe insieme dalla Digos attraverso le intercettazioni e le perquisizioni dei giorni scorsi, si pensò di uscire contattando un legale esterno, di fiducia che verificasse cosa fare e che, avrebbe suggerito di mettere i sindaci revisori “in una lista nera”.