Gio 23 Gen 2025
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Coldiretti Pistoia: “La patata perde contro i cinghiali”. “Sulle colline pistoiesi: semina 10 quintali, per ottenerne 80, ma ne raccoglie 5”

Pistoia, in un comunicato Coldiretti Pistoia, racconta la storia di una coppia di agricoltori delle colline pistoiesi il cui raccolto delle patate รจ stato fortemente compromesso dall’intervento dei cinghiali.

“Semina 10, per ottenerne 80, ma ne raccoglie 5 – racconta Coldiretti Pistoia – Sono i numeri, in quintali, dellโ€™annata delle patate per il podere di Baldi Luciano, che insieme alla moglie Mega Rocca, conduce lโ€™azienda agricola sulle colline di Pistoia. I 75 quintali di differenza sono dovuti allโ€™opera dei cinghiali“.

โ€œUn bel podere di mezza collina โ€“spiega Michele Bellandi, responsabile tecnico di Coldiretti Pistoia- che rappresenta lโ€™ossatura del nostro territorio, contribuendo al mantenimento idrogeologico, รจ messo in ginocchio dallโ€™eccesso di animali selvatici che fanno danni. Mangiano le produzioni agricole e danneggiando il terreno e le stesse reti metalliche, che non bastano a arginare cinghiali, caprioli, istrici e cerviโ€.

“Il podere di Luciano e Rocca รจ estende per 15 ettari, nel comune di Marliana, per metร  a bosco, sullโ€™altra metร  si producono ortaggi, patate, castagne ed altri frutti – spiega Coldiretti Pistoia – Produzioni sempre a rischio: gli alberi da frutto sono ormai pochi. Uno dei ciliegi rimasto รจ secco nella parte bassa, grazie alle continue โ€˜degustazioniโ€™ dei cervi, โ€œche apprezzanoโ€.

โ€œDopo le patate, lโ€™uva, le ciliegie, i fagioli, ortaggi ora cominciano a mangiare le nostre castagne, la cui produzione ancora risente della cinipide. Se una volta producevamo ben 20 quintali di farina di castagne, oggi raccattiamo le castagne come fossero funghi. Quelle che nascono, appena cadute a terra, infatti, sono mangiate dai cinghialiโ€.

โ€œรˆ drammatico – spiega Michele Bellandi – come un potenziale produttivo, in un contesto vocato allโ€™agricoltura di qualitร  sia messo in ginocchio dallโ€™eccesso di ungulati. Non ci sarร  ricambio generazionale in queste terre se, oltre alle incertezze climatiche, il reddito di impresa rischia di finire in bocca ai cinghiali. Ogni scrofa partorisce un paio di volte allโ€™anno, concependo fino 10/15 cinghialini. Una lotta impari, nonostante gli abbattimentiโ€.

“Lโ€™eccesso di animali selvatici non condiziona e danneggia solo gli agricoltori: ormai hanno invaso i campi di mais, di patate e i vivai. I cinghiali sono dappertutto ed in numero esorbitante: in Montagna, in Valdinievole, sul Montalbano, in pianura, sulle strade e ormai pascolano anche davanti alle scuole. La risoluzione strutturale del problema รจ una delle prioritร  del Paese, che Coldiretti a livello nazionale ha chiesto di affrontare nei primi 100 giorni al governo che verrร  formato dopo le elezioni”.

โ€œBisogna dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo -spiega Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia-, che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini. Serve un decreto-legge urgentissimo per modificare lโ€™articolo 19 della legge 157 del 1992 e ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilitร  alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Non cโ€™รจ piรน tempo per le promesse, servono i fatti!โ€.