Piombino, come da programmi è attraccata al porto, domenica mattina, la prima nave dall’India, la Vega Lea proveniente da Chennai, con un carico da 18 mila e 600 tonnellate di semiprodotto, che permetterà di cominciare la produzione di rotaie ‘made in Jindal’ nello storico stabilimento ex Lucchini e poi ex Aferpi.
È il primo carico di semiprodotto Jindal che arriva a Piombino, da quando, a fine luglio, la fabbrica è passata da Cevital al gruppo indiano, colosso mondiale dell’acciaio.
“In questi giorni lo stabilimento torna a riprendere vita dopo mesi in cui era completamente morto: adesso ci sono le condizioni, con un imprenditore siderurgico dell’esperienza di Jindal, per rinascere e ridare un futuro siderurgico e nuove prospettive di lavoro al nostro territorio”. Ha commentato Lorenzo Fusco, segretario Uilm di Livorno, l’arrivo stamani della nave. Una data importante dunque quella di oggi per Piombino, che segna un ritorno concreto alla produzione dopo alcuni mesi in cui lo stabilimento con tutti e tre i treni di laminazione (rotaie, barre e vergella) era rimasto completamente fermo. In realtà nell’ultima settimana lo stabilimento aveva già iniziato a riprendere lentamente vita con la riaccensione del forno del treno rotaie per laminare alcuni blumi rimasti in ‘eredità’ da Cevital.
Ma era fondamentale ripartire al più presto con la produzione massiccia: ci sono infatti ancora da soddisfare 45mila tonnellate di ordini rimasti inevasi nei mesi scorsi a causa del mancato acquisto di Cevital dei blumi necessari. Nel frattempo, nello stabilimento sono iniziati i primi interventi anche sugli altri due treni di laminazione (barre e vergella), in vista di una possibile ripartenza prevista, come sembra, per la fine di ottobre.
Stamani una quarantina di lavoratori degli impianti dell’acciaieria e della cokeria fermi da ormai oltre 4 anni, che non avevano più rimesso piede in azienda da aprile 2014, sono rientrati in fabbrica. “Sono tutti piccoli ma positivi passi – ha sottolineato Fusco – che dovranno diventare la normalità.
Adesso ci aspettiamo l’annuncio dell’arrivo di semiprodotto costante per tutti i treni di laminazione, così da potere ‘riaggredire’ il mercato e riprendere quei clienti persi ormai da troppi anni e discutere seriamente e concretamente della rotazione del massimo numero di lavoratori, per i quali sarà necessario anche un’adeguata formazione.
Decisivo sarà, la conferma a fine settembre, quando è prevista la presentazione delle offerte, di un cliente come Ferrovie dello Stato. Ovviamente sarà importante il prezzo con il quale sarà fornito il semiprodotto per rendere il nostro stabilimento competitivo sui mercati, nell’attesa di tornare a produrre a Piombino l’acciaio necessario”.
I sindacati, oltre alla ripartenza costante dei treni di laminazione, auspicano l’avvio degli smantellamenti dei vecchi impianti per dare prospettive a tutti quei lavoratori dell’indotto.
“Fondamentale poi – conclude il sindacalista della Uilm – sarà accelerare gli studi per gli investimenti per i forni elettrici che permetteranno di tornare a produrre acciaio garantendo la piena occupazione.
In questo frangente attendiamo la convocazione non più rimandabile, o altrimenti dovremo organizzarci come sindacato per ottenere la convocazione, già più volte richiesta al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio per garantire ammortizzatori sociali adeguati (sia in termini di durata che di valore economico) per l’intera durata del progetto Jindal”.