Prosegue il monitoraggio delle azioni di ripristino ambientale dei fondali marini dell’area dell’Isola del Giglio (Grosseto) danneggiati dal naufragio della Costa Concordia, a dieci anni dal tragico evento. Lo ha dichiarato l’Arpat in una nota.
Era il 13 gennaio 2012, quando alle 21:45 la nave da crociera Costa Concordia impattò contro il gruppo di scogli noti come le Scole, nei pressi dell’Isola del Giglio. Da quando poi, la nave è stata rimossa, sono iniziati i lavori per il recupero del fondale.
Il recupero ambientale, spiega in una nota l’agenzia regionale per l’ambiente della Toscana Arpat, prevede “azioni di reimpianto di esemplari della fanerogama marina Posidonia oceanica e di organismi appartenenti alla biocenosi del coralligeno”. L’obiettivo, che fa seguito ad un accordo dell’agosto 2021 tra Regione Toscana, Ispra, Arpat e Costa crociere, è il ripristino e il restauro ambientale dei fondali danneggiati.
Tra le finalità anche “valutare nel lungo periodo le dinamiche di recupero naturale delle biocenosi danneggiate dal naufragio della nave Costa Concordia e dal cantiere di rimozione”. Le attività di controllo e monitoraggio prevedono specifiche immersioni di squadre di operatori scientifici subacquei di Arpat e Ispra.
I due enti elaboreranno rapporti tecnici delle attività di indagine sul campo, la documentazione sarà “trasmessa all’Osservatorio di monitoraggio e prevedrà l’elaborazione di rapporti tecnici che potranno essere di supporto alle decisioni che di volta in volta dovranno essere prese”.