Lo chiede Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana, all’assemblea regionale dell’associazione che rappresenta 700 cooperative toscane, con 50 mila soci e oltre 22mila addetti, a cui si aggiungono le 15 banche di credito cooperativo con i suoi 11,5 miliardi di raccolta e 9,5 di impieghi.
Dalla riattivazione della consulta e della conferenza della cooperazione, a misure di sostegno per capitalizzazione e finanza dedicata alle cooperative; dagli investimenti sui temi della formazione professionale, alla messa in discussione di politiche di internalizzazione di alcuni settori (in primis utilities e cultura, ma anche in ambito sociosanitario ed educativo); dalla coprogettazione pubblico-cooperative in ambito sociale e culturale ad una riflessione sul Pnrr; dalla centralità di servizi come la logistica, alla revisione delle regole sull‘affidamento dei servizi in ambito sociale con l’apertura di un tavolo tecnico ad hoc. Sono le richieste presentate alla Regione da Confcooperative Toscana,che rappresenta 700 cooperative toscane, con 50 mila soci e oltre 22mila addetti, a cui si aggiungono le 15 banche di credito cooperativo con i suoi 11,5 miliardi di raccolta e 9,5 di impieghi.
“Siamo convinti che l’economia cooperativa – ha affermato Fiaschi nella sua relazione – debba essere considerata un pilastro del modello di sviluppo economico della Toscana non tanto in virtù del suo impatto economico, ma soprattutto per la sua rilevanza in termini di coesione sociale, di mobilitazione del protagonismo imprenditoriale di cittadini e cittadine, un fenomeno che rimette nelle mani dei toscani i destini di sviluppo della nostra regione. Un valore quello dello sviluppo locale e dell’economia di prossimita che deve tornare centrale anche nella programmazione e e nelle politiche di sviluppo del territorio”.
Fra gli esempi di come le virtù cooperative già oggi esprimano in Toscana le loro potenzialità, Fiaschi ha citato l’esperienza delle cooperative di comunità nelle aree interne, il ruolo delle coop sociali e sanitarie nel welfare regionale, il ruolo della cooperazione nell’agricoltura e nella pesca, l’offerta di finanza di comunità messa in campo dalle Bcc, il ruolo delle cooperative nell’ambito della cultura e del turismo, la risposta alla domanda di protagonismo imprenditoriale di giovani e donne.
Tuttavia, ha evidenziato la presidente di Confcooperative, il contesto attuale è segnato da criticità legate agli effetti di questa ennesima crisi : l’erosione patrimoniale delle cooperative e il conseguente affanno economico e finanziario, la crisi delle competenze, e in primis la crisi energetica che rischia di pregiudicare la sostenibilità di attività e progetti di investimento. “La crescita del costo dell’energia elettrica del 370% nel 2021 e del 300% del gas – ha affermato – nonostante gli interventi statali volti a calmierarne gli effetti, genera costi insostenibili per famiglie ed imprese e rischia di generare da qui a pochi mesi la chiusura di molte delle nostre cooperative”.