Dom 22 Dic 2024
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ToscanaCovid-19Coppia fiorentina bloccata in India, lei positiva al Covid-19

Coppia fiorentina bloccata in India, lei positiva al Covid-19

Simonetta Filippi, cittadina di Campi Bisenzio, e suo marito Enzo Galli erano arrivati in India il 19 aprile, la coppia si era recata a New Delhi per prendere la figlia adottiva assieme ad altre settanta famiglie, ciascuna arrivata nel paese con un ente che ha curato le pratiche per l’adozione internazionale.

“Grazie a Dio sto bene perché ho avuto delle cure immediate e dopo quattro giorni sto meglio – dice la signora Simonetta, che si trova all’Holy Family Hospital di Nuova Dehli. L’ANSA è riuscita a raggiungere la coppia tramite whatsapp – Noi siamo arrivati, abbiamo preso la bambina e ci siamo chiusi in camera ad aspettare i permessi per ripartire, nel frattempo c’è stato il lockdown e abbiamo dovuto aspettare un po’ di più”.

Nonostante il lockdown però, Simonetta si contagia e lo scopre in aeroporto dove come tutti effettua il tampone per partire. È positiva e viene immediatamente ricoverata in ospedale. Con l’aiuto dell’Ambasciata Italiana in India riesce a trovare un ospedale privato meglio attrezzato.

“Nel primo ospedale ci sono stata due ore e mezzo – racconta spaventata – ma mi sono avanzate, che a pensarci razionalmente c’era il rischio di non uscirne più: c’erano persone sulle barelle, altre ventilate per terra in fin di vita, in condizioni igieniche inimmaginabili”.

Simonetta e suo marito Enzo chiedono un volo sanitario senza aspettare oltre, “Anche perché non so quando mi negativizzerò”, dice la donna. “Siamo settanta famiglie italiane in India e tutti si sono contagiati. So che non è facile e l’Ambasciata e il console stanno facendo veramente tutto il possibile, so che lavorano tantissimo, ma vogliamo uscire di qua”.

“Qui è veramente pericoloso tutto, persino l’aria condizionata, qualsiasi cosa. È un macello, vedere la gente sdraiata per strada è bruttissimo”. Avete paura? “Sì, molta, ogni ora ogni giorno è un rischio grandissimo, per noi, per la bambina. L’unico modo per essere protetti è tornare in Italia”.