Mer 27 Nov 2024
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Coronavirus, a che punto è la Toscana: il report settimanale dell’Agenzia regionale di sanità

“Progressivamente la Regione Toscana è diventata una tra le Regioni che meno ha ospedalizzato rispetto alle altre che hanno avuto grande diffusione del virus, mantenendo quindi un buon equilibrio terapeutico tra cure domiciliari e cure ospedaliere – dichiara Fabio Voller coordinatore Epidemiologia dell’ARS”.

L’Agenzia regionale di sanità (Ars) diffonde sul proprio sito web un Report settimanale, in cui analizza la diffusione del Covid-19 in Toscana. In questo caso si intende istruire un’analisi comparata tra le regioni colpite, provando a caratterizzare la risposta che il servizio sanitario regionale toscano ha messo in campo per fronteggiare l’emergenza.

Fin dall’inizio dell’epidemia, la Regione Toscana ha tentato di ampliare in modo deciso la propria capacità di intercettare i casi positivi, aumentando l’offerta di tamponi: erano 1.200 i tamponi che mediamente sono stati eseguiti nei primi 10 giorni di marzo, sono arrivati a 3.400 in media quelli degli ultimi 15 giorni. Il tasso grezzo di tamponi eseguiti nella nostra regione è di 2,17 ogni 100 abitanti, dato sovrapponibile a quello dell’Emilia Romagna; tra le regioni più colpite, solo il Veneto mostra un tasso superiore (4,14 per 100 abitanti) a quello toscano.

Come si capisce, il maggior numero di casi di contagio intercettati è strettamente dipendente dall’aumentata efficienza nella somministrazione dei tamponi (più cittadini vengono controllati, più casi di contagio possono emergere) e dall’aumento del numero di laboratori in grado di analizzarli (inizialmente 3, diventati rapidamente 13, a cui se ne aggiungeranno altri 2 nei prossimi giorni)

I casi positivi diagnosticati in Toscana al 13 aprile 2020 erano 7.390, classificando la nostra regione come la quarta più colpita in Italia. Negli ultimi 15 giorni la media giornaliera è stata di circa 215 positivi. Non va dimenticato che i dati cui ci stiamo riferendo sono relativi alla data di refertazione del tampone e non alla data di accettazione; ciò impone una certa cautela nella lettura dei dati, che devono essere esaminati nel medio periodo piuttosto che giorno per giorno.

Ad oggi la Toscana ha cumulato 198 casi positivi ogni 100.000 abitanti, contro i 264 della media italiana, dato quest’ultimo fortemente condizionato dalla Lombardia (738 x 100.000 abitanti).

La circolazione del virus in Toscana si presenta fortemente differenziata: l’area corrispondente all’Asl nord ovest è senza dubbio la zona più colpita, con 238 casi per 100.000 abitanti (le province di Massa e Lucca in particolar modo, rispettivamente con 444 e 273 casi circa per 100.000 abitanti); segue la zona corrispondente all’Asl centro, con 194,8 casi per 100.000 abitanti (in cui Firenze è la provincia più colpita, con 224 casi circa per 100.000 abitanti); infine la zona corrispondente all’Asl sud est, con 143,5 per 100.000 abitanti.

In altre parole, volendo individuare un modello interpretativo, la zona Asl nord ovest pare comportarsi come le regioni del nord Italia (Lombardia, Emilia, etc.), mentre l’andamento della sud est assomiglia maggiormente alle regioni del centro-sud (Lazio, Puglia, etc.).

Gli isolamenti domiciliari predisposti nella nostra regione ed effettuati dal sistema territoriale dei Dipartimenti di Prevenzione sono 5.040 e sono cresciuti stabilmente di 200 casi al giorno negli ultimi 15 giorni. La Regione Toscana, attraverso un accordo con i gestori di hotel e agriturismi, è riuscita a mettere a diposizione circa 2.000 posti per coloro che fossero impossibilitati a fare l’isolamento al proprio domicilio.

Ma veniamo alla risposta messa in campo dalla Regione attraverso il proprio sistema ospedaliero. La risposta della rete ospedaliera Toscana è stata declinata nei tre sottosistemi di Area Vasta, ciascuno dei quali è strutturato per fornire le cure necessarie, a tutti i livelli d’intensità di assistenza, ai pazienti Covid-19.

In condizioni “normali” gli ospedali toscani dispongono complessivamente di 322 posti letto di terapia intensiva. Per l’emergenza Coronavirus il sistema ha ampliato il numero di letti in intensiva fino a garantirne 394 dedicati ai pazienti Covid-19, continuando a gestire separatamente i pazienti critici “ordinari”. In caso di necessità, questa risorsa può essere ulteriormente aumentata con l’attivazione di altri 80 posti letto intensivi entro 48 ore.

I posti letto di area medica a disposizione per pazienti Covid-19 sono 1.504, oltre a 34 sub-intensivi, con la possibile espansione di ulteriori 156 letti entro 48 ore.

Complessivamente il 3 aprile 2020 i ricoverati per Covid in Toscana erano 1.437, per poi diminuire progressivamente, fino al dato di ieri, 13 aprile, che era di 1.217 (-17%). I ricoverati in terapia intensiva nello stesso periodo sono stati al massimo 288 al 3 aprile, mentre ieri erano 225 (-22%.).

Come si vede dal grafico (vedi allegato), al 13 aprile 2020 in ciascuna Azienda il numero di posti letto disponibili per Covid 19 in terapia intensiva (barre vuote) è di molto superiore ai posti letto effettivamente occupati da degenti (barre piene). La percentuale di occupazione varia a seconda delle Aziende e viene monitorata costantemente (ad oggi si va da 22,9% per gli ospedali della Ausl Sud Est a 77,3% per l’Aou Careggi).

Qualche considerazione deve essere fatta anche sui deceduti nei comuni toscani che ad oggi sono 518. La letalità (numero di deceduti su casi positivi totali) è ad oggi del 6,9% contro circa 18% della Lombardia, il 13% dell’Emilia e della media italiana. In questo caso le differenze sono più marcate tra le 3 Asl, con la nord ovest al 8,1, la centro a 7% e la sud est 3,8%. L’incremento della mortalità (deceduti su popolazione residente) mostra invece un aumento meno repentino nel tempo e solo il Veneto registra dati migliori della Toscana tra le regioni a forte circolazione del virus.

“Progressivamente la Regione Toscana è diventata una tra le Regioni che meno ha ospedalizzato rispetto alle altre che hanno avuto grande diffusione del virus, mantenendo quindi un buon equilibrio terapeutico tra cure domiciliari e cure ospedaliere – dichiara Fabio Voller coordinatore Epidemiologia dell’ARS. La progressiva diminuzione del carico ospedaliero rappresenta la migliore notizia per poter cominciare la programmazione verso la progressiva riapertura dalle misure di contenimento”.

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