Dopo la risposta del sindaco all’appello, il comitato replica: “chiediamo di nuovo di dare indicazioni adeguate e inequivocabili, che si traducano in un atto formale del Sindaco (che sia reso pubblico e divulgato con modalità adeguate) che chiarisca la piena e indiscutibile legittimità di portare fuori i bambini nel rispetto delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.
Questo il testo della lettera
Gentilissimo Sindaco Nardella e gentilissima Vice-sindaca Giachi, Vi ringrazio entrambi anche a nome di tutti i firmatari dell’appello e dei cittadini sensibili al tema sollevato da parte nostra in data 23 marzo con Appello rivolto al Sindaco perché riconoscesse il diritto
ai bambini di uscire per una mezz’ora d’aria.
Non è un fatto da poco che le istituzioni fiorentine si siano dimostrate aperte a un tema, come quello dei bambini in tempo di Coronavirus, che altre istituzioni locali, per non parlare di quelle nazionali, hanno voluto ignorare quando non hanno espressamente disposto in senso contrario al vostro.
La vostra risposta ha riconosciuto e evidenziato che esisteva un problema interpretativo del decreto in ordine al diritto dei bambini di uscire a “sgranchirsi le gambe” pur nel rispetto delle disposizioni adottate sulla sicurezza sanitaria.
Non a caso, come è a voi noto, la consigliera regionale Bugetti ha sottolineato l’importanza, a livello regionale, di stabilire norme chiare che indichino il comportamento che famiglie e caregiver possono tenere in questi giorni di restrizioni nella cura dei più piccoli e dei più fragili e il consigliere Regionale Sarti chiede che la Giunta Regionale elabori un protocollo per consentire uscite all’aria aperta per tutti i bambini toscani, ovviamente nel rispetto delle norme varate per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Nonostante ciò, a un giorno dalla pubblicazione della vostra lettera sui quotidiani locali, continua da parte della popolazione l’ostilità verso i genitori che escono con i bambini per mano a distanza di sicurezza dagli altri che si manifesta con frasi offensive e minacce di ricorso all’autorità qualora non si faccia ritorno immediatamente alla propria abitazione.
Registriamo, fatto ancor più grave e significativo, un nuovo caso di contestazione di contravvenzione, in questo caso da parte della Guardia di Finanza, di un padre che è stato multato nei pressi di casa in compagnia del figlio di 4 anni. Questo evidenzia che, in difetto di un atto formale anche a uso delle forze dell’ordine, nonostante la posizione ufficiale del comune – chiarita nella lettera pubblicata ieri a mezzo stampa – rimane a discrezionalità degli agenti di pubblica sicurezza l’interpretazione del decreto. Come a discrezionalità dei cittadini quello di apostrofare genitori e bambini – che sono particolarmente sensibili a essere trattati male in pubblico e rimangono molto scossi quando degli
estranei si rivolgono ai loro genitori insultandoli mentre camminano per strada – che non stanno violando alcuna norma.
In una città come Firenze che ha sempre dimostrato grande senso di civiltà e di comunità, le istituzioni dovrebbero sorvegliare che l’allontanamento sociale e l’autoisolamento non portino all’allontanamento emotivo e non si cominci a vedere l’altro (soprattutto un bambino accompagnato da un adulto) come una minaccia o un nemico.
Chiediamo quindi di nuovo di dare indicazioni adeguate e inequivocabili, che si traducano in un atto formale del Sindaco (che sia reso pubblico e divulgato con modalità adeguate) che chiarisca la piena e indiscutibile legittimità di portare fuori i bambini nel rispetto delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.
Firmato:
Il comitato promotore dell’appello