La ricerca è stata pubblicata sulla rivista online Scienza in Rete il gruppo di cui fanno parte i fisici dell’Università Sapienza di Roma Federico Ricci Tersenghi, Giorgio Parisi, Enzo Marinari e Luca Leuzzi, con Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia
Sono circa 35.000 i decessi stimati in Italia per la Covid-19, secondo la stima basata sulla situazione nelle regioni in cui i dati Istat hanno una copertura maggiore del 50% della popolazione, ossia circa 10.000 in più rispetto al dato attuale. L’ha pubblicata sulla rivista online Scienza in Rete il gruppo di cui fanno parte i fisici dell’Università Sapienza di Roma Federico Ricci Tersenghi, Giorgio Parisi, Enzo Marinari ed Luca Leuzzi, con Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia. Al 4 aprile, data per la quale sono al momento disponibili i dati Istat, “in Italia venivano indicati circa 15.000 decessi, ma già allora il calcolo statistico indicava che avrebbero dovuto essere circa 25.000. Ne mancavano cioè circa 10.000”, ha detto Ricci Tersenghi all’ANSA. Attualizzato a fine aprile il calcolo indicherebbe circa 35.000 decessi. Dai dati Istat emerge inoltre una forma della curva epidemica diversa da quella che emerge dai dati della Protezione Civile. Il nuovo calcolo si è reso necessario in quanto molte stime in circolazione si basavano sui dati Istat relativi a tutte le regioni, comprese quelle in cui era stato considerato solo un piccolo numero di comuni. “Il nostro gruppo ha invece deciso di considerare le regioni con la migliore copertura dati da parte dell’Istat, ossia Lombardia, Emilia Romagna e Liguria: i dati delle regioni in cui la copertura è povera non hanno infatti un valore statistico”, ha osservato Ricci Tersenghi.
La stima è stata ottenuta considerando come dato di base la media dei decessi registrati negli anni scorsi; se dal totale dei decessi del 2020 si sottrae il dato di base emerge un’eccedenza, che riguarda sia i decessi causati direttamente dal nuovo coronavirus, sia quelli indiretti, ossia di persone morte per altre cause ma che non hanno potuto accedere alle terapie in quanto il sistema sanitario è andato in crisi. Per avere poi una misura precisa delle morti per Covid-19, i ricercatori hanno utilizzato il dato, consolidato a livello internazionale, secondo cui la percentuale dei decessi nelle donne per questa malattia non supera il 40%. Mentre per le morti non-Covid la percentuale del 52% dei decessi avviene nelle donne.
E’ emerso così che in Lombardia i decessi non certificati risultano essere circa 7.000, oltre ai 9.000 comunicati dalla Protezione civile, e mille in Emilia Romagna, oltre i 2.000 ufficiali; i decessi indirettamente legati al Covid-19 sarebbero circa 4.000 in Lombardia. A Bergamo i decessi reali sono circa 2,5 volte quelli comunicati dalla Protezione Civile e piú di cinque volte quelli degli anni precedenti.
E’ emerso così che in Lombardia i decessi non certificati risultano essere circa 7.000, oltre ai 9.000 comunicati dalla Protezione civile, e mille in Emilia Romagna, oltre i 2.000 ufficiali; i decessi indirettamente legati al Covid-19 sarebbero circa 4.000 in Lombardia. A Bergamo i decessi reali sono circa 2,5 volte quelli comunicati dalla Protezione Civile e piú di cinque volte quelli degli anni precedenti.