Site icon www.controradio.it

Coronavirus: Iss,età media dei decessi è aumentata di 4 anni

Lo afferma Graziano Onder, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Il fatto che muoiano pazienti più anziani può voler dire che conosciamo meglio la malattia e che i sistemi gestiscono meglio l’emergenza”

Da marzo a fine maggio “è aumentata di 4 anni l’età media delle persone che muoiono per Covid” e, tra i deceduti, “i principali fattori di rischio sono diabete e malattie del cuore”: queste, infatti, sono molto più comuni nella popolazione morta con infezione da nuovo coronavirus, rispetto alla media dei decessi. E’ quanto spiega all’Ansa Graziano Onder, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Dai dati che abbiamo analizzato – spiega Onder – emerge che a marzo l’età media dei deceduti era 78 anni, a fine maggio l’età media era intorno agli 82 anni. Il fatto che muoiano pazienti più anziani può voler dire che conosciamo meglio la malattia e che i sistemi gestiscono meglio l’emergenza”. Intanto, con il passare dei mesi diventano più chiari i dati sul collegamento tra Sars-Cov-2 e malattie croniche. A fare il punto è il Rapporto dell’Iss “Il ruolo delle patologie croniche pregresse nella prognosi dei pazienti Covid-19”.

Il nuovo rapporto, basato su oltre 3.000 cartelle cliniche disponibili per i pazienti Covid deceduti (dati al 21 maggio), evidenzia come cardiopatie, ovvero infarto, fibrillazione e cardiopatia ischemiche, sono presenti nel 32% della popolazione deceduta tra 75 e 84 anni, a fronte del 46% della popolazione di pari età deceduta con Covid. Il diabete, invece, è presente nel 22% dei pazienti non Covid deceduti tra 75 e 84 anni mentre sale al 30% in pazienti della stessa età deceduti con infezione da Sars-Cov-2. Il dato per quanto riguarda i decessi di persone con tumori e malattie respiratorie non si discosta invece in modo sostanziale tra Covid e non.
“Diabetici e cardiopatici sono una categoria particolarmente a rischio, ma proprio loro, da marzo a maggio, a causa dell’emergenza pandemia – sottolinea Onder – non hanno avuto controlli e visite ambulatoriali. E’ fondamentale riprendere i percorsi di cura interrotti”. Così come questi pazienti dovrebbero, “oggi più che mai, tenere sotto controllo la malattia cronica di base, attraverso aderenza alle terapie e corretti stili di vita”. Infine, conclude l’esperto, “dovrebbero stare ancor più attenti degli altri, in questa fase di riaperture e graduale ritorno alla normalità, a mantenere la massima attenzione per ridurre il rischio di contagio, adottando precauzioni come evitare assembramenti, utilizzare la mascherina in luoghi pubblici e un corretto lavaggio delle mani”.

Exit mobile version