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Coronavirus, medici legali: sospensione autopsie ha limitato conoscenza malattia

Lo denunciano i medici legali italiani, rappresentati da Simla, Società Italiana di Medicina Legale e della Assicurazioni, che già ad inizio aprile aveva scritto una lettera ai Ministri della Salute, della Giustizia e degli Affari Regionali e le Autonomie in cui veniva dichiarata la mancanza di sale autoptiche sicure

La sospensione delle autopsie dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ha comportato “l’impossibilità di acquisire importanti rilievi anatomo-patologici che potrebbero risultare fondamentali nella ricerca contro il Coronavirus” e “limita in modo importante una delle fonti d’indagine privilegiata per la raccolta di prove”. Lo denunciano i medici legali italiani, rappresentati da Simla, Società Italiana di Medicina Legale e della Assicurazioni, che già ad inizio aprile aveva scritto una lettera ai Ministri della Salute, della Giustizia e degli Affari Regionali e le Autonomie in cui veniva dichiarata la mancanza di sale autoptiche sicure. “È dal 4 aprile scorso – dicono da Simla – che invitiamo le Autorità competenti a fare adottare, con carattere di urgenza, gli adempimenti necessari al fine di procedere all’adeguamento delle sale settorie di tutto il territorio nazionale”. Comunque, “grazie alla tenacia di alcuni medici legali e alla disponibilità e lungimiranza di talune direzioni strategiche aziendali ospedaliere ed amministrazioni comunali, oggi – segnala Simla – è possibile effettuare autopsie in sale anatomiche dedicate anche alla medicina legale a norma nelle seguenti città: Ancona, Milano, Firenze, Avellino, Caserta, Verona, Santorso, Bassano, Parma, Vicenza, Napoli (Giugliano) mentre a Torino a Bari e a Padova sono in via di approntamento”.

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