Firenze, la Corte Costituzionale ha giudicato illegittima la legge toscana che punta a “incentivare l’introduzione dei prodotti a chilometro zero provenienti da filiera corta nelle mense scolastiche”, approvata nel 2019 e impugnata dal Governo lo scorso anno.
Contestati in particolare dalla Corte Costituzionale, gli articoli 2, 3 e 4 della norma regionale che prevede il finanziamento di progetti-pilota in cui si stabilisca di utilizzare nelle mense almeno il 50% di prodotti agricoli e ittici toscani a km 0.
Ne dĂ notizia anche la vicepresidente della Toscana, con delega all’agricoltura, Stefania Saccardi che su Facebook ricorda che la presidenza del Consiglio dei ministri ha fatto ricorso “adducendo che la limitazione ai prodotti di filiera non avrebbe garantito il libero mercato e la concorrenza delle altre aziende italiane ed europee. Oggi la Corte Costituzionale ha pubblicato una sentenza con la quale ci spiega che, pur riconoscendo il valore della scelta della Regione e la crescente importanza che, anche a livello Europeo, sta assumendo la valorizzazione dei prodotti di filiera a km zero, il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri deve essere accolto”.
Nella sentenza della consulta viene sottolineato, tra l’altro, che “sebbene possa senz’altro affermarsi che l’ordinamento consente la previsione di criteri premiali nelle procedure di affidamento del servizio di ristorazione collettiva” ma “ciò non comporta la possibilitĂ per le Regioni di dare una prioritĂ agli alimenti prodotti o trasformati all’interno dei confini regionali”.
Inoltre, “disposizioni recanti un titolo preferenziale per l’utilizzo di prodotti agricoli di origine regionale non solo non favoriscono la concorrenza, ma chiaramente la alterano”.
“La legge impugnata – si legge ancora – non prevedrebbe alcun sistema di calcolo delle emissioni generate dal trasporto dei generi alimentari, indicando come unico criterio selettivo l’origine regionale dei prodotti. Il che si tradurrebbe in un ingiustificato e sproporzionato ostacolo all’immissione nel mercato toscano della refezione collettiva scolastica dei prodotti provenienti da altre aree dell’intero territorio dell’Unione europea”.
Per Coldiretti Toscana, “la bocciatura impone un nuovo corso che porti alla scrittura di un provvedimento essenziale per la corretta alimentazione, quando piĂą di una mamma su quattro (26%) valuta negativamente i pasti serviti nelle mense scolastiche”.
Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana sottolinea, in una nota, che “si stima che in Toscana vengano consumati 78mila pasti all’anno nelle mense scolastiche per oltre 520mila bambini e ragazzi, di etĂ compresa tra 0 e 19 anni, potenzialmente interessati dalla ristorazione scolastica. Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualitĂ , ma anche per educare le nuove generazioni, è necessario che siano privilegiati negli appalti delle mense scolastiche i prodotti a km0 a ridotto impatto ambientale e provenienti da filiera corta, cioè che abbiano viaggiato poco e abbiano subito pochi passaggi commerciali prima di arrivare alla cucina o alla tavola. Ciò consente anche di ridurre i troppi passaggi intermedi dietro i quali è piĂą elevato il rischio di frodi e sofisticazioni”.
“Promuovere il consumo di prodotti a chilometri zero è un segnale di attenzione – aggiunge Filippi – al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale”.