Firenze, alle 20:30 non accennano a scendere dal tetto di Palazzo Vecchio i due giovani antagonisti che da oggi manifestano a sostegno della protesta di Alfredo Cospito.
I due, a quanto si apprende, erano muniti di sacchi a pelo, che gli sarebbero stati però sequestrati dalla polizia municipale, per ripararsi dal freddo, che sta aumentando col passare delle ore. Intanto prosegue il dialogo con la polizia che sta cercando di mediare. La protesta in supporto a Cospito, in maniera pacifica, prosegue anche nella sottostante piazza della Signoria dove alcune decine di persone stazionano da questo pomeriggio, in sostegno della protesta dei loro compagni sul tetto.
Intanto a Sassari è arrivato il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, per incontrare in carcere l’anarchico abruzzese Alfredo Cospito, in regime 41bis e in sciopero della fame da 86 giorni.
Sulle condizioni di salute del detenuto, è “massima” l’attenzione del ministro della giustizia Carlo Nordio che sottolinea come al momento “non è arrivata alcuna richiesta di revoca del regime speciale 41bis né da parte del detenuto, né da parte dell’autorità giudiziaria, che a fronte dell’aggravamento delle condizioni di salute può disporre una sospensione della pena o chiedere al Ministro una revoca del regime speciale”.
Il Guardasigilli spiega anche che Cospito tutti i giorni è sottoposto a un controllo medico e che “il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria garantisce ogni eventuale assistenza sanitaria”.
Dal tetto di Palazzo Vecchio, i due manifestanti, saliti da un lucernaio, dicono che non se ne andranno “finché le nostre richieste non raggiungeranno Roma e chi ne compete. Vogliamo Alfredo vivo”. Cospito, come ha spiegato il Garante dopo la visita in carcere, è pronto ad andare avanti “fino alle estreme conseguenze”.
“Dal punto di vista strettamente sanitario ho trovato le sue condizioni rassicuranti – ha detto Palma, accompagnato da Daniela de Robert, componente del Collegio del Garante -. Al momento è monitorato dall’assistenza sanitaria, ma questa situazione deve fare un passo avanti. Cospito deve capire che questa battaglia deve portarla avanti con altri mezzi, soprattutto con metodi che non siano dannosi per la sua salute”.
Su altri particolari che riguardano la vicenda, il Garante ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Non si sa se l’anarchico sia a conoscenza delle molteplici manifestazioni che si ripetono in tutta Italia in suo sostegno e contro il 41bis. Se sappia dell’appello in suo favore firmato nei giorni scorsi da 38 fra intellettuali e giuristi tra cui Don Ciotti, Massimo Cacciari e Moni Ovadia.
O se sia al corrente del proiettile recapitato per posta un paio di settimane fa al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Procuratore che, con il pm Paolo Scafi, sostiene l’accusa nel processo contro Cospito, accusato per i due ordigni ritrovati nel 2006 davanti all’ex caserma allievi carabinieri di Fossano. Bombe che per potenzialità avrebbero potuto causare una strage. Per quei fatti Cospito è stato condannato a 20 anni, ma dopo un passaggio in Cassazione il procedimento è tornato alla Corte d’appello di Torino, con l’ipotesi di reato riconfigurata in strage ai danni dello Stato, e la richiesta di condanna all’ergastolo con 12 mesi di isolamento diurno.
Contro l’applicazione del regime del ‘carcere duro’, che è la prima volta che viene applicato nei confronti di un anarchico, la difesa di Cospito ha fatto ricorso in Cassazione e dovrà essere fissata la data dell’udienza, ma serve tempo.
Da Magistratura Indipendente intanto è arrivata la condanna all’atto intimidatorio contro Saluzzo: “Auspichiamo con forza che si giunga a un rapido accertamento delle responsabilità di quanto è accaduto, che è contro le regole del vivere civile, prima ancora che quelle dello Stato di diritto, e chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative necessarie per garantire l’incolumità del collega”.