Indice Cesvi: maggiori criticità in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, mentre la situazione migliore in Emilia Romagna.
Sono 47,7 i minorenni su 1.000 seguiti dai servizi sociali. Di questi quasi 100.000 hanno sofferto maltrattamenti e il covid ha peggiorato la situazione. Sono i dati della III edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia dell’organizzazione umanitaria Cesvi, intitolato “Restituire il Futuro”. I dati più allarmanti sono al Sud, con la Campania che detiene il primato negativo, mentre la situazione migliore si registra in Emilia Romagna.
Il maltrattamento sui bambini e le bambine è la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge genitori, contesto familiare, ambientale e sociale dove crescono.
Fenomeno amplificato anche dalle conseguenze sociali ed economiche dell’emergenza coronavirus.
Solo la Sardegna registra un peggioramento dei fattori di rischio e un miglioramento dei servizi. Le otto regioni del nord Italia sono tutte al di sopra della media nazionale, mentre nel Mezzogiorno si riscontra un’elevata criticità: le ultime quattro posizioni sono occupate da Campania, Calabria, Sicilia e Puglia.
La regione con la maggiore capacità nel fronteggiare il problema del maltrattamento infantile è invece, come negli anni precedenti, l’Emilia-Romagna, seguita da Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Veneto e Toscana. L’Indice vede dodici regioni al di sopra della media nazionale (erano tredici nel 2019): tutte le otto regioni del Nord Italia, tre dell’Italia Centrale (Toscana, Umbria e Marche) e una del Sud (Sardegna). Campania, Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Lazio si confermano regioni a “elevata criticità”. A queste si aggiunge il Molise, precedentemente posto sulla media nazionale. Sardegna e Umbria rientrano nella categoria delle regioni “reattive” che combinano un fattore ambientale critico con un’offerta più dinamica di servizi dedicati al maltrattamento.
“Quest’anno abbiamo focalizzato l’attenzione anche sugli effetti dell’emergenza Covid-19 sul fenomeno del maltrattamento all’infanzia – spiega Valeria Emmi, Advocacy Coordinator Cesvi – il quadro delineato fa pensare ad un forte impatto, anche se molti degli effetti verranno alla luce soltanto a lungo termine”. Dall’analisi è emerso che la crisi che ne è derivata ha enfatizzato sia le criticità che i punti di forza strutturali già esistenti nelle varie regioni italiane in relazione al rischio di maltrattamento all’infanzia. Stanno emergendo i contorni di traumi di natura diversa a seconda dei territori in base al numero dei contagi: mentre nel Nord Italia emergono traumi spesso legati ai lutti e alla loro difficile rielaborazione, nelle regioni del Sud si registrano le criticità derivanti da un maggiore disagio economico, acuito dalla crisi, e con un impatto su bisogni primari come l’accesso al cibo.