Lo ha affermato Matteo Biffoni, sindaco di Prato, intervenendo all’iniziativa online “Per un’Europa del Lavoro” promossa oggi dalla Uil Toscana.
“Questa pandemia è costata a una città come Prato intorno ai 1.500 posti di lavoro, e il brutto deve ancora venire, perché è chiaro che il periodo complesso che attraverserà Prato e il manifatturiero toscano deve ancora arrivare”.
Lo ha affermato Matteo Biffoni, sindaco di Prato, intervenendo all’iniziativa online “Per un’Europa del Lavoro” promossa oggi dalla Uil Toscana. “Non so – ha proseguito Biffoni – se si può parlare di crisi sociale: si può parlare di allarme rosso, nel senso che stanno
suonando tutte le lampadine possibili e immaginabili, che ci stanno dicendo che l’attenzione rispetto ai rischi di tenuta rispetto a realtà come le nostre che hanno creato sul mondo del
lavoro, sulla capacità produttiva, sulla possibilità di fare impresa, un pezzo fondamentale del loro percorso, ora iniziano essere in difficoltà”.
Secondo il sindaco “abbiamo la sfida davanti di spendere bene le risorse che ci sono, perché io vorrei sfatare un mito, lo dico con grande onestà: il governo ci ha sostenuto quando il bilancio del Comune di Prato a un certo punto aveva incassi mancanti intorno ai 30 milioni di euro, roba da far saltare per aria qualsiasi tipo di bilancio.
Adesso c’è la sfida del Recovery Fund, e c’è la sfida dell’economia circolare: adesso
c’è la sfida di provare a far sì che l’inevitabile momento di grande difficoltà che noi incontreremo dal punto di vista economico nei prossimi mesi venga superato nella maniera più lineare possibile, anche attraverso una ricostituzione di quello che siamo”.