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Covid e povertà: Caritas Firenze, aumentano le richieste di aiuto con un picco nella fascia 35-44 anni

“Il Covid-19 ha avuto un impatto fortemente negativo sul tessuto sociale fiorentino, che non ha visto segnali di ripresa all’indomani delle riaperture estive. Il primo elemento che emerge dal confronto tra i dati raccolti tra maggio e ottobre 2020 e quelli dello stesso periodo del 2019 è l’aumento (pari al 9,5%) delle presenze complessive ai Centri d’Ascolto, che passano da 10.188 a 11.152 così come del numero delle richieste dei servizi Caritas, che sale da 3.106 a 3.565 (+14,7%). Tra i più colpiti gli italiani, che passano dal 24% del 2019 al 35,7%, contro una flessione degli stranieri pari al 3% del totale”. E’ quanto rileva una ricerca condotta dall’Osservatorio delle povertà per conto della Caritas diocesana di Firenze, che ha realizzato il sesto report “Covid-19 e nuove povertà”.

 

Riguardo le principali caratteristiche socio anagrafiche, lo studio sottolinea come a crescere siano soprattutto le donne a chiedere aiuto, che raggiungono il 60,8% del totale, di cui il 27% è di nazionalità italiana. In merito all’età, la ricerca registra un picco nella fascia 35-44 anni, e un consistente incremento relativo a quella 45-54. Una caratterizzazione che si associa all’aumento della componente dei coniugati che passa dal 46% al 52% e risulta lievemente più alta per le donne. Secondo lo studio Caritas, questo prefigura situazioni di crescente disagio da parte di nuclei familiari con figli a carico. Un ulteriore dato da evidenziare riguarda la condizione abitativa, che vede l’aggravarsi della situazione per chi, prima della pandemia, viveva in una relativa, per quanto fragile, stabilità: aumenta, infatti, la percentuale di coloro che abitano in affitto (dal 24% del 2019 al 39% del 2020) e che non riescono a far fronte alle spese di locazione. Molti sono i lavoratori del settore turistico, alberghiero, della ristorazione, piccoli commercianti che si sono trovati all’improvviso senza un’occupazione o con una riduzione della stessa e quindi con un reddito insufficiente per far fronte alle normali esigenze di vita quotidiana (dal 46,2% del 2019 al 56,2% del 2020). (segue) (Zto/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 12-NOV-20 11:30 NNNN ZCZC ADN0436 7 CRO 0 ADN CRO RTO RTO CORONAVIRUS: RAPPORTO CARITAS FIRENZE, CRESCONO I NUOVI POVERI ITALIANI DOPO LOCKDOWN (2) = (Adnkronos) – In questo contesto, fa notare lo studio, sono stati numerosi e diversificati gli interventi della rete Caritas: la vivacità delle iniziative e le opere realizzate da operatori e volontari di fronte alle sfide incontrate, hanno permesso di restare accanto agli ultimi e alle persone in difficoltà con strumenti nuovi o adattati alle necessità contingenti. Tra le prime azioni messe in campo, la distribuzione di generi alimentari, che da maggio a ottobre ha visto l’erogazione di 3.960 prestazioni relative a beni e servizi materiali (di cui 3.920 per viveri e 40 per viveri a domicilio), pari al 35,5% di tutti gli interventi operati dalla diocesi (11.152). La stessa quota ammontava lo scorso anno a 1.961 (1.723 pacchi viveri e 238 viveri a domicilio), pari al 12,2% del totale (10.188). Ma non è finita qui, la Caritas di Firenze ha anche attivato un sostegno economico specifico, il Fondo diocesano di solidarietà Emergenza Covid19, con l’obiettivo di contribuire a coprire le spese più urgenti (affitto di immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti più urgenti (affitto di immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività). Il Fondo, tutt’ora attivo, interviene erogando contributi mensili a sostegno del reddito: l’importo massimo previsto per i nuclei familiari è di 1.500euro (in erogazioni mensili di 300euro); e di 1.000euro per singoli (in erogazioni mensili di 200euro).

Oltre al Fondo la Caritas ha offerto anche opportunità di reinserimento lavorativo attraverso un progetto in collaborazione con GI Group, azienda di livello nazionale che già da tempo collabora con le diocesi umbre. Il bando prevedeva l’attivazione di 15 borse lavoro destinate alle persone che si sono rivolte ai Centri d’Ascolto a causa dell’emergenza coronavirus, e che, attraverso un percorso di affiancamento e selezione, si sono dichiarati disponibili a ricollocarsi nel mondo del lavoro orientando diversamente le proprie professionalità e competenze. In conclusione lo studio evidenzia che, se durante il lockdown, a predominare era stata la fragilità delle risorse alimentari, in questa seconda fase i Centri d’Ascolto e le Caritas Parrocchiali si sono trovati sempre di più ad affrontare l’onda lunga della crisi economica che si è manifestata attraverso nuove richieste legate in particolare al pagamento delle utenze e dell’affitto.

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