Covid e crisi: un anno di pandemia – voci dei commercianti tra divieti, chiusure e prospettive di ripresa. Salgono le proteste e aumentano le difficoltà economiche in un contesto di restrizioni ancora alto e in certi casi come per le festività pasquali e con l’ordinanza in Toscana rafforzato.
Mariela è la vinaina del SantoVino a Firenze, aperto dal marzo 2012. Chiusi nella prima fase della pandemia, riaperti il giugno scorso hanno perso tutti i ristoranti e i turisti. “Ci hanno sostenuto i clienti di vicinato che sono rimasti durante tutto l’anno anche se il tipo di consumo è cambiato e la parola d’ordine è risparmio”.
Secondo il Centro studi dell’associazione, che ha elaborato dati dell’Istat relativi al 2020, l’area di disagio sociale in Italia comprende 10 milioni e 406mila persone. Il dato è superiore al quello di un’analoga rivelazione del 2015, quando il totale degli italiani in difficoltà si era attestato a quota 9,2 milioni. Più nel dettaglio, si tratta di 4 milioni e 8mila disoccupati a cui vanno aggiunti 6 milioni e 398mila occupati in situazioni critiche.
Per quanto riguarda 4 milioni e 8mila disoccupati, gli ex occupati sono 1 milione e 127mila, gli ex inattivi 571mila, i soggetti senza esperienza di lavoro 2 milioni e 310mila.
Quanto ai 6 milioni e 398mila occupati considerati in condizione precarie o economicamente deboli, si tratta di 776mila soggetti con contratti di lavoro a termine part-time, 1 milione e 955mila persone con contratti a tempo determinato full-time, 2 milioni e 731mila addetti con contratti a tempo indeterminato part-time involontario, 225mila soggetti con semplici contratti di collaborazione e 711mila autonomi part-time.