“Si fa spazio ormai nella cronaca quotidiana il pericolo d’infiltrazioni mafiose tra le aziende della Toscana. Una minaccia reale, che già in passato avevamo segnalato, e davanti alla quale le imprese femminili possono essere ancora più in difficoltà”. A lanciare l’allarme è Paola Butali, presidente Aidda Toscana-Associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda.
“I titolari delle aziende soprattutto in determinati settori stanno attraversando un momento di estrema difficoltà, che si protrae da mesi e che non mostra all’orizzonte certezze di una ripresa rapida ed economicamente forte”.
“I debiti diventano un terreno fertile per gli interessi della malavita organizzata e non sempre gli imprenditori hanno la capacità di resistere. In ogni crisi chi paga di più alla fine sono le categorie più fragili. Purtroppo tra queste ci sono anche le donne. Dispiace dirlo – prosegue Butali – ma ancora oggi è più facile che sia una donna a rinunciare alla sua carriera e al sogno di portare avanti un’impresa. Conciliare lavoro e famiglia con il Covid è diventato in molti casi ancora più complesso e il peso ricade soprattutto sulle spalle di chi è madre. Un domani però, quando la pandemia sarà finita, la nostra Toscana potrà ripartire solo da quel patrimonio di produttori, artigiani ed eccellenze locali che rende unico il nostro territorio e che non possiamo permetterci di disperdere”.
Dello stesso avviso anche Antonella Giachetti, presidente nazionale diAidda, che invita alla massima attenzione sul tema: “Gli episodi d’infiltrazione sono presenti e sicuramente sono destinati ad aumentare in maniera proporzionale alla durata e all’incisività della crisi. La criminalità si insinua, portando soldi facili: una finta soluzione che nasconde problemi ben peggiori. E’ molto importante che le piccole e medie aziende, visto che non hanno da parte grandi capitali, ricevano protezione e sostegno dalle istituzioni. Servono tutele affinché nessuna imprenditrice diventi vittima”.