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Crolli a catena hanno provocato il disastro di Firenze

Crolli a catena hanno determinato il disastro nel supermercato Esselunga in costruzione a Firenze al posto di una caserma dismessa e demolita in via Mariti. Prima ha ceduto il solaio più alto, poi tre piani sottostanti: questa la ricostruzione del disastro che ha fatto morti, feriti e dispersi.

In particolare, in ambienti inquirenti si ipotizza – in base a prime informazioni tecniche acquisite – che avrebbe ceduto una trave in cemento prefabbricato o, addirittura, il dente di un pilone di tenuta della stessa trave. Da qui il primo innesco del terribile crollo che ha travolto otto operai distribuiti nei solai sotto.  La procura ha aperto un fascicolo per omicidio plurimo colposo. Non ci sono, al momento, indagati.

Per tutto il giorno, e sarà così anche nei prossimi giorni, progettisti e tecnici delle ditte, insieme agli inquirenti, sono stati impegnati in un difficile accertamento per stabilire esattamente cosa ha causato il cedimento strutturale. Gli elementi caduti dall’alto col peso di tonnellate hanno sfondato più solai dell’edificio in fase di realizzazione. Fare luce sulla tecnica di costruzione adottata e sulla qualità dei materiali usati è la strada che gli inquirenti di procura insieme ai tecnici dei vigili del Fuoco, starebbero battendo in modo primario. Vengono valutate le certificazioni dei materiali, i metodi e i processi di lavoro. Sono stati acquisiti documenti e progetti nella fase iniziale dell’inchiesta.

Ed è su questa trave o sul ‘dente’, l’elemento di snodo e tenuta, che è diretta ora l’attenzione. Qualcosa di straordinario ha ceduto per fare un disastro così vasto. L’area, che copre un isolato, è sotto sequestro. Il procuratore Filippo Spiezia e il sostituto Paolo Sottosanti hanno condotto lunghi sopralluoghi. Dentro il cantiere c’è stato tutto il giorno l’architetto Federico Gurrieri, dello studio Gurrieri Associati di Firenze, che ha la direzione dei lavori. Il panel di architetti, ingegneri, tecnici, progettisti che segue l’opera riporta nomi qualificati. In prevalenza sono tecnici dell’area fiorentina. Invece la progettazione architettonica è dell’architetto Fabio Nonis di Milano. Anche il committente è milanese, La Villata spa, società Immobiliare di investimento e sviluppo che fa capo al gruppo Esselunga della famiglia Caprotti. L’impresa esecutrice è Aep Attività Edilizie Pavesi srl, con sede a Pieve del Cairo (Pavia), poi ci sono oltre 30 aziende coinvolte in vari compiti in lavori di subappalto. Proprio sul metodo dei subappalti si sono poggiate le critiche dei sindacati e della politica oltre a quelle dirette alla sicurezza (e ai morti) sul lavoro. Una sigla della Cgil denuncia che alcuni addetti erano in cantiere con il contratto dei metalmeccanici anziché quello dell’edilizia ritenuto idoneo.

L’area ha ospitato per un secolo l’ex Panificio militare, caserma della Sussistenza dell’Esercito: era un edificio che svettava sui rioni nord di Firenze con un corpo principale imponente e alto, raro esempio di Secessionismo Viennese, corrente architettonica nata a fine ‘800. Poi è stato demolito proprio per far posto al supermercato. Nel cantiere arrivano a lavorare anche 90 operai al giorno, in base alle esigenze.

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