Crollo a Firenze – Quinto giorno di ricerche, condotte dai vigili del fuoco, nel cantiere di via Mariti, nel quartiere di Rifredi a Firenze dove tra le macerie del supermercato Esselunga in costruzione è ancora disperso l’ultimo degli otto operai travolti il 16 febbraio alle 8:52 dal cedimento di una trave che ha fatto crollare a catena tre solai.
All’appello manca Bouzekri Rachimi, 56 anni, marocchino. Quattro le vittime accertate di cui sono stati recuperati i corpi tra venerdì e sabato, tre i feriti. Da ieri sera i vigili del fuoco per scavare, oltre a demolire a mano le macerie in cemento armato, stanno impiegando un piccolo escavatore, un bobcat. La rimozione, l’altra notte, di una trave da 50 tonnellate che si muoveva, avrebbe reso più ‘semplice’ procedere anche se trattandosi di cemento armato, si devono tagliare via via i tondini di ferro all’interno.
Decine ancora i vigili impiegati, con le squadre Usar – che si danno il cambio ogni quattro ore – e altro personale. Nei primi giorni si è arrivati anche a 80 vigili nell’arco di una giornata. A circa 500 metri dal cantiere è stato invece affisso uno striscione con scritto ‘Dolore e rabbia, Rifredi vi odia! Basta morti sul lavoro’.
Un cantiere critico è la prima fotografia su cui si è focalizzata subito la ricostruzione della procura di Firenze per accertare cause e responsabilità del cedimento strutturale che ha provocato quattro morti, un disperso ancora da trovare, tre feriti gravi. Un’altra decina di operai lavorava nell’area vicina e sono scampati per miracolo al disastro. Al momento non ci sono indagati. Però il procuratore ha detto che gli uffici stanno per ricevere le prime relazioni dai vari organismi di polizia giudiziaria dopodiché potrebbero esserci le eventuali iscrizioni di garanzia. “Siamo in attesa di ricevere le prime comunicazioni formali”, ha affermato il procuratore Spiezia. Invece sulla dinamica che ha causato il crollo della trave – o di un suo elemento specifico che non sarebbe stato ancora ben fissato; si ipotizza in gergo un dente, un mozzo, uno snodo non stabilizzato – “è prematuro, non possiamo dire nulla”, ha affermato il procuratore. Spiezia ha rivendicato però che l’ufficio “ha adottato da subito tutte le iniziative per assicurare all’inchiesta immediatamente le principali fonti di prova”; anche se “il lavoro di acquisizione di tutte le fonti non è ultimato però possiamo dire che abbiamo messo al riparo i principali dati probatori che ci serviranno per le ricostruzioni, anche di tipo tecnico”. I documenti di cantiere e anche i progetti possono darsi per acquisiti (ci sono quelli depositati presso gli uffici comunali che danno i permessi a costruire), così come ci sarebbero già i verbali di primi testimoni sentiti a sommarie informazioni. Si tratterebbe di progettisti e tecnici. L’opera coinvolge decine di ditte nelle varie fasi di costruzione. Solo tre quelle a cui appartenevano gli otto tra vittime e feriti. La polizia postale è andata a cercare documenti alla sede centrale della Rdb a Atri, in provincia di Teramo, l’industria che produce le travi prefabbricate, che poi vengono montate per organizzare lo scheletro di edifici come questo a uso commerciale o industriale. Anche altre aziende hanno avuto richiesta di documenti da organismi investigativi.