Dopo il crollo del ponte Morandi gli ingegneri sono in subbuglio: “Da più parti si indica la carenza di verifiche e controlli sulle strutture quale causa del crollo” dice Gianfranco Fianchisti, c’è obbligo revisione auto e caldaie ma niente su costruzioni.
“Da più parti si indica la carenza di verifiche e controlli sulle strutture quale causa del crollo: ma siamo consapevoli che nella provincia di Firenze, come in gran parte d’Italia, a partire dagli anni ’60 (proprio il periodo di costruzione del viadotto Morandi) tutti o quasi gli edifici ordinari sono stati costruiti in cemento armato?”. Lo dice in una nota Gianfranco Fianchisti, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, prendendo spunto da quanto successo a Genova, una tragedia che “dovrebbe spingerci ad adottare provvedimenti normativi cogenti che impongano revisioni e controlli nel tempo anche su tutte le costruzioni ordinarie nelle quali abitiamo con le nostre famiglie”.
“In Italia siamo obbligati a revisionare auto e caldaie ogni 2 anni ma non sussiste invece alcun obbligo di ‘revisione’, ovvero di verifica, della stabilità di una costruzione anche dopo 50 anni che è stata costruita se non per i soli edifici strategici e rilevanti”, aggiunge il presidente Fianchisti che conclude chiedendosi se ci sia la consapevolezza “che anche oggi stiamo usando materiali da costruzione ‘nuovi’ (ancoraggi chimici, resine, fibre di carbonio) le cui alte prestazioni ci entusiasmano ma dei quali nulla possiamo sapere della durata nel tempo e anche per questi non esiste alcun obbligo di verifica a nessuna scadenza?”