Ven 22 Nov 2024
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ToscanaCronacaIdentificato a Firenze autore più grande cyberattacco finanziario in Italia

Identificato a Firenze autore più grande cyberattacco finanziario in Italia

Identificato dalla Polizia Postale l’autore del “più grande cyberattacco finanziario in Italia, uno dei più grandi mai realizzati nel mondo nel settore delle cryptovalute”: si tratta di un fiorentino di 34 anni responsabile di un “buco” pari a 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata “BITGRAIL”.

L’uomo identificato avrebbe truffato con questa modalità 230 mila risparmiatori e per questo sarebbe accusato  di frode informatica, auto riciclaggio e bancarotta fraudolenta. La polizia postale italiana pone così “una pietra miliare a livello mondiale nel settore delle indagini sulle cryptovalute, con un’indagine unica nel suo genere ad alto impatto tecnologico”.

L’uomo identificato è amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange),ed è ritenuto responsabile oltre che della frode informatica di 120 milioni di euro, di bancarotta fraudolenta e di auto riciclaggio. Nei suoi confronti  gli investigatori della Polizia Postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio centrale della Polizia Postale, con l’ausilio del personale della Guardia di finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze, stanno eseguendo la misura cautelare del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese, emessa dal giudice per le indagini preliminari Gianluca Mancuso.

“Per la prima volta in Italia e in Europa si sono documentate condotte fraudolente e distrattive in danno di investitori, poste in essere integralmente su piattaforme informatiche e l’impiego di monete virtuali” sottolinea la Polizia Postale, spiegando che l’attività si inquadra in una più ampia strategia finalizzata al contrasto alla criminalità economica ed in particolare degli illeciti arricchimenti attraverso l’utilizzo indebito di piattaforme online e di strumenti informatici sviluppata dalla Procura della Repubblica di Firenze, diretta da Giuseppe Creazzo, che ha affidato l’indagine ai procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Gabriele Mazzotta e ai sostituti  Sandro Cutrignelli e Fabio Di Vizio.

L’uomo accusato di aver causato un ‘buco’ da 120 milioni di euro corrispondenti in criptovalute a 230.000 clienti nel mondo impegnati in operazioni coi cosiddetti bitcoin, nel febbraio 2018 denunciò il furto dell’ingente somma, da criptovaluta, denominata Nano Xrp, ma i suoi racconti contraddittori e contrastanti convinsero la procura di Firenze che sia lui sia suoi collaboratori fossero coinvolti nella ‘sparizione’ informatica del denaro.

E’ stato quindi scoperto che già dal giugno 2017 avvenivano illecite sottrazioni di criptovaluta dalla piattaforma gestita dal 34enne fiorentino, tali da procurare ad hackers – che devono ancora essere individuati, le indagini proseguono – un ingiusto profitto per 120 milioni di euro di valuta corrispondente. Inoltre gli investigatori della Gdf, con l’Uif della Banca d’Italia, hanno trovato che tre giorni prima della denuncia del maxi-furto di criptodenaro il 34enne aveva trasferito su un conto personale a Malta, tenuto presso la società digital currency exchanger The Rock Trading, 230 criptomonete bitcoin Btc pari a un valore di 1,7 mln di euro. Monete riconducibili ai clienti della piattaforma di scambio.Tale denaro il 34enne avrebbe in parte convertito in moneta legale per un valore corrispondente di 514.690 euro, in parte avrebbe provato a ‘svuotare’ il conto.

L’intervento della procura di Firenze ha fatto sequestrare non solo questo conto a Malta, ma tutti i conti dell’indagato, fino al controvalore di 120 milioni di euro, valore dell’esposizione debitoria. Il gip di Firenze Gianluca Mancuso ha disposto per il 34enne la misura del divieto dell’esercizio dell’attività di impresa, e di ricoprire incarichi direttivi nelle imprese. Per il gip ci sono gravi indizi di colpevolezza’ a carico dell’indagato il  quale, dotato di capacità tecniche non comuni, potrebbe reiterare i reati di frode informatica, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio di cui è accusato.

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