Dopo 30 anni di impegno civile nelle scuole, l’ultimo discorso della senatrice a vita a Rondine, Cittadella della Pace
“Io sono stata una clandestina, una richiedente asilo e so cosa vuol dire essere respinti, sono passaggi della vita cosi’ importanti. Il mio fu un respingimento di un uomo che obbediva agli ordini e che ci umilio’, un momento terribile”.
Lo dice Liliana Segre nel corso del suo ultimo discorso pubblico rivolto agli studenti e alle studentesse. “Aver passato una montagna d’inverno, essere arrivati in Svizzera, Paese della liberta’, e poi incontrare un ufficiale che ci guardo’ con disprezzo- ricorda- non credeva nella nostra sofferenza e ci rimando’ indietro, ci riaccompagnarono in Italia con i fucili e ridevano di noi. Dietro quella rete, fummo arrestati da finanzieri in camicia nera che erano pero’ disperati di arrestarci”, conclude.
Dalla separazione dall’amato padre, all’orrore del campo di concentramento alla scelta di essere testimone contro ogni forma di odio e razzismo. L’ultima testimonianza di Liliana Segre ripercorre la sua storia, prima di passare il testimone agli studenti e alle studentesse che l’hanno ascoltata oggi a Rondine e in streaming.
“Siate come le farfalle gialle che volano sul filo spinato”, ha concluso Segre. Alla fine del discorso della senatrice a vita il pubblico l’ha salutata con un lungo applauso, sventolando delle farfalle gialle di carta.