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IL CAFFE’ SCORRETTO 14 ottobre 2020 – Dare e Avere: il conto salato dell’immigrazione

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IL CAFFE' SCORRETTO 14 ottobre 2020 - Dare e Avere: il conto salato dell'immigrazione
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La rubrica a cura di Domenico Guarino  va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. Per leggere ed ascoltare tutti i ‘caffè’ vai QUI

Gli immigrati sembrano scomparsi dal dibattito pubblico. E per certi versi è un bene. Uno degli effetti positivi del covid ad esempio è stato indubbiamente il fatto che l’ultima campagna elettorale non si sia giocata sulla loro pelle. Tuttavia ci sono delle notizie interessanti sulle quali solitamente la stampa, tranne rare eccezioni, sorvola, è che invece bene analizzare. Ad esempio, quanto contribuisce esattamente l’economia generata dai migranti al nostro PIL e al nostro Welfare?

Bene, su questo ci viene in soccorso il decimo Rapporto della Fondazione Leone Moressa, che mette nero su bianco un dato interessante:  i lavoratori stranieri producono 147 miliardi di ricchezza, il 9,5% del Pil italiano. E  visto che il costo totale dei servizi erogati ai residenti con cittadinanza straniera è pari a 26 miliardi, circa il 3% della spesa pubblica, a fronte di un gettito fiscale pari a  26 miliardi e mezzo, il saldo attivo tra quanto le casse pubbliche ricevono e ciò che erogano è pari ad almeno  500 milioni l’anno.

Quindi gli immigrati ci danno più di quello che ricevono. Se aggiungiamo al conto poi tutti  quelli sottoposti al giogo dell’irregolarità e del lavoro nero, la forbice tra quanto si da’ e quanto si riceve, diventa addirittura più ampia. A questo proposito poi  dati del rapporto Moressa sono ancora più imbarazzanti, perché fotografano tutta la miopia  delle  nostre politiche sull’immigrazione, che condannano all’irregolarità centinaia di migliaia di persone. E cioè: gli stranieri infatti risultano in  aumento, anche se gli ingressi per lavoro sono in drastico calo. Dal 2010 ad oggi gli stranieri residenti in Italia sono aumentati del 44%, passando da 3,65 a 5,26 milioni, e  arrivando a rappresentare l’8,7% della popolazione complessiva (il 10% in molte Regioni), ma  i nuovi permessi di soggiorno sono complessivamente diminuiti del 70%,  quelli per lavoro addirittura del 97%. Una tenaglia che genera distorsioni sociali, politiche e civili: una per tutti la questione del diritto di cittadinanza.  Vicende su cui sarebbe bene che il governo battesse un colpo

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