Il ritorno dei Deacon Blue è un’immersione nel miglior pop inglese, come era di moda negli anni ’80, l’epoca in cui “pop” non era una parolaccia.
C’è stato un tempo in cui “pop” non era una brutta parola. A metà degli anni ’80 l’Inghilterra era la patria di un brillante e sofisticato pop di ottima fattura (Prefab Sprout, Del Amitri, Style Council, Everything But The Girl, Atzec Camera, ABC etc.). Il ritorno dei Deacon Blue ci riporta, come in una macchina del tempo, a quei giorni.
40 anni fa Ricky Ross e Dougie Vipond diedero vita al progetto Deacon Blue, band pop rock scozzese formata a Glasgow nel 1985. Il gruppo è guidato dal duo vocale (e coppia nella vita) composto da Ricky Ross e Lorraine McIntosh, e include anche James Prime alle tastiere, Dougie Vipond alla batteria, Gregor Philp alla chitarra e Lewis Gordon al basso. Il loro nome è ispirato alla canzone “Deacon Blues” degli Steely Dan.
La band ha avuto un grande successo negli anni ’80 e ’90 con album come Raintown (1987) e When the World Knows Your Name (1989), quest’ultimo raggiunse la vetta delle classifiche inglesi. Il loro sound riuniva elementi del cosiddetto suono “new romantic” con arrangiamenti e melodie ispirate alla black music, al “bue eyed soul”, ma anche alle melodie scozzesi, con testi fortemente emozionali e melodie estremamente orecchiabili. Dopo una pausa tra il 1994 e il 1999, la band si è riunita e ha continuato a pubblicare musica, con album recenti come City of Love (2020) e Riding on the Tide of Love (2021).
“The Great Western Road”, dedicato a una delle più importanti strade della città di Glasgow, è stato registrato da Matt Butler, che aveva già lavorato con la band per il loro debutto, “Raintown”, nei leggendari Rockfield Studios, dove Ricky Ross e Gregor Philp (chitarrista dei Deacon Blue e collaboratore di lunga data) sono tornati a occuparsi della produzione.
Il disco ha debuttato al n. 3 nelle classifiche degli album del Regno Unito, il loro piazzamento più alto in classifica in 34 anni, e si è assicurato il primo posto nelle classifiche scozzesi, dimostrando che la loro musica continua ad avere forte appeal tra i fan vecchi e nuovi.
Le canzoni di “The Great Western Road” riflettono sul viaggio che la band ha intrapreso nel tempo mantenendo onesto e riconoscibile il marchio di fabbrica della band «È solo una nuova parte dell’avventura ed è eccitante ora come lo era nel 1988», come conferma il gioioso singolo apripista “Late ’88” che ricorda con affetto l’eccitazione spensierata di quei primi giorni.
The Great Western Road è però più di una semplice riflessione nostalgica: è una lezione magistrale di raffinata scrittura di canzoni, risonanza emotiva e maestria melodica. Tra ballate altissime, pop scintillante e atmosfere funk soul (e qualche inevitabile episodio meno riuscito) l’album è una collezione ricca ed emotivamente intelligente che cattura lo spirito di una band ancora in una ottima fase creativa.
Il disco degli antieroi del pop-rock britannico si muove tra nostalgia ed evoluzione, tra malinconie ed entusiasmi, con lussureggianti arrangiamenti orchestrali. La scrittura poetica di Ross, le armonie piene di sentimento di McIntosh e la magistrale strumentazione della band creano un album che sembra sia confortantemente familiare che rinfrescantemente nuovo «Una delle cose che mi interessa fare in ogni disco è scrivere di chi sono alla mia età», ha detto Ricky Ross «Non di chi penso di essere o di chi ero. In un certo senso questo è stato anche il segreto di Raintown, perché è stato scritto come un ventisettenne o ventottenne, non come un ventunenne. E credo che per certi versi sia quello che volevo fare ora»
The Great Western Road dei Deacon Blue è il nostro Disco della Settimana