La Regione Toscana ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza. Lo stop al permesso di soggiorno umanitario ed il divieto di iscrizione all’anagrafe sarebbero incostituzionali.
La Toscana ha presentato ieri il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto sicurezza. A motivare il ricorso, spiega una nota, il fatto che il decreto Salvini, poi convertito in legge, “ha cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari con l’impossibilità di rinnovo per chi già ce l’aveva, ma ha anche vietato l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, oltre ad aver esteso il Daspo urbano a ospedali e presidi umanitari”. In particolare la Toscana ricorre contro l’articolo 1, decimo comma lettera B ed ottavo comma del decreto 113 del 2018, parlando a nome di oltre sessanta amministrazioni comunali.
Per il governatore Enrico Rossi, “è evidente come in questo modo si ostacoli il soddisfacimento di diritti fondamentali e universali che appartengono alla persona e già ribaditi da più sentenze”, e “c’è anche un problema di sicurezza, perché la cancellazione dei permessi umanitari creerà dei ‘fantasmi’ nella nostre città, visto che non si potranno certo espellere tutti poiché l’Italia non ha accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza. Occorre integrare e garantire più diritti, altrimenti si creano tensioni. Facciamo una battaglia su un fondamento di civiltà e la facciamo a testa alta”.
Per l’assessore toscano alla presidenza, con delega all’immigrazione, Vittorio Bugli, con il Dl sicurezza “si ledono e si incide anche sulle competenze regionali e dei Comuni, limitando la possibilità di continuare ad erogare ad esempio servizi, che da questi enti dipendono, in materia sociale e sanitaria, di istruzione e formazione professionale in tutti questi anni erogati. Per questo ricorriamo”.
La Toscana, insieme ad altre Regioni come il Piemonte, l’Umbria e l’Emilia Romagna, aveva già annunciato il ricorso poco tempo fa.