“Questa legge ostacola il nostro lavoro: erogare assistenza sociale. Invade una materia che la Costituzione ci affida”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, spiega – in un’intervista a La Stampa – le ragioni del ricorso alla Consulta contro il decreto sicurezza, che oggi sarà deliberato dalla sua giunta.
“Secondo i nostri conti in Toscana ci sono almeno 6mila persone che diventano ”invisibili” – afferma – Gli stessi volontari dicono: se continuiamo a tenere queste persone nei nostri centri verremo accusati di favoreggiamento della clandestinità? Pensi in che condizioni hanno messo il Paese! Dall’oggi al domani rischiamo di ritrovarci in giro decine di migliaia di giovani disperati, altro che maggiore sicurezza”.
“Cosa fa Salvini? Le rimpatria tutte queste persone? – chiede – Aveva già promesso di rimpatriarne 600mila, ma non mi pare che nel suo semestre radioso siano aumentati i rimpatri, anzi. È una legge propagandistica, gli serve solo a mostrare i muscoli”.
Sulla questione, Rossi invita quindi la sinistra a fare autocritica: “Penso che purtroppo il successo di Salvini nasce dalla timidezza e dall’arretramento culturale della sinistra, si doveva fare leva sui sindaci per impiegare questi ragazzi in attività socialmente utili, invece che tenerli a bighellonare pagando 35 euro per ciascuno a una cooperativa. Questo ha creato una reazione negativa, è stato un errore del governo precedente”.
“Il decreto Salvini deve essere depotenziato: se Conte ci chiamasse basterebbe un chiarimento e una modifica dell’articolo 13”, relativo all’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo. Ha affermato inoltre Rossi, parlando questa mattina a Omnibus su La7. “Si sta creando tensione – ha aggiunto – nella quale la non iscrizione rischia di creare una situazione di non controllo sui territori”.