L’ex braccio destro di Silvio Berlusconi e coordinatore del Pdl aveva varcato l’ingresso del penitenziario romano il 3 novembre scorso poche ore dopo che la corte di Cassazione lo aveva condannato a sei anni di reclusione nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino.
Dopo 85 giorni di carcere l’ex senatore Denis Verdini va ai domiciliari. Il tribunale di
Sorveglianza di Roma, accogliendo una istanza dei difensori, con un provvedimento urgente ha disposto la scarcerazione dell’ex segretario di Ala. Alla base del provvedimento la drammatica situazione in cui versa il carcere di Rebibbia da alcune settimane per la diffusione del coronavirus e che ha portato alla chiusura di alcune sezioni. I giudici hanno quindi deciso per la scarcerazione di Verdini, che il prossimo 8 maggio compirà 70 anni, disponendo una detenzione domiciliare provvisoria in quanto il regime carcerario, con l’esponenziale aumento dei contagi da Covid 19, non è compatibile con le condizioni di salute dell’ex parlamentare. Verdini trascorrerà il periodo di detenzione pressa la propria abitazione di Firenze.
L’ex braccio destro di Silvio Berlusconi e coordinatore del Pdl aveva varcato l’ingresso del penitenziario romano il 3 novembre scorso poche ore dopo che la corte di Cassazione lo aveva condannato a sei anni di reclusione nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino.
In appello Verdini era stato condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione il 3 luglio del 2018. In primo grado gli erano stati inflitti nove anni, poi ridotti per alcune prescrizioni
legate ai reati di truffa sui fondi pubblici dell’editoria. Nel processo davanti alla Suprema Corte il pg Pasquale Fimiani aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado in quanto aveva ritenuto accertati alcuni fatti di bancarotta mentre su “numerosi altri episodi” riteneva necessario un ulteriore approfondimento. Una richiesta che però non era stata accolta dai giudici di piazza Cavour che hanno confermato sostanzialmente la condanna di secondo grado.
Per Verdini inoltre, pende una richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Roma il 18 dicembre scorso per uno dei filoni della maxinchiesta sul caso Consip. Nei suoi confronti i magistrati di piazzale Clodio contestano i reati di turbativa d’asta e concussione. La vicenda, che risale al biennio 2014 al 2016, ruota quasi esclusivamente su presunti
illeciti intorno al mega appalto FM4.