Una denuncia ai carabinieri e alla Procura militare di Roma affinché si svolgano accertamenti sul “pozzo sprofondatoio”, nel comune di Roccastrada (Grosseto), in Maremma, “una ‘foiba’ dove, dopo l’8 settembre 1943, sarebbero stati gettati i cadaveri di diversi prigionieri. Si parla di un minimo di 40 persone tra tedeschi, militari e civili italiani, ma la cifra potrebbe essere molto superiore, intorno ai 100 cadaveri”. Lo annuncia il ricercatore storico e presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate (Anvm) Emiliano Ciotti.
La presenza del ‘pozzo sprofondatoio’, “è stata molto controversa tra chi ne affermava l’esistenza e chi la contestava – sottolinea in una nota – fino a quando ho trovato alcuni documenti conservati all’Archivio di Stato di Roma che ne attestano l’esistenza”. Allegati alla denuncia, si spiega, ci sono una comunicazione del settembre 1944 di un ufficiale dei carabinieri, che all’epoca avrebbe avuto notizie da due partigiani dell’esistenza del pozzo in cui “erano ammassati decine di corpi tra ufficiali e militari tedeschi” e un secondo documento che è la relazione della formazione partigiana denominata ‘Antonio Gramsci’ che operava in quella zona. “Chiediamo alla magistratura che si proceda per accertare la presenza di cadaveri in quel punto – conclude Ciotti – e inoltre per capire le cause delle morti e le eventuali responsabilità”.