Una cerimonia sentita e partecipata, un momento particolare per ricordare i 300 deportati ebrei che il 9 novembre del 1943 furono caricati al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella su un treno diretto al campo di sterminio di Auschwitz. Quello di oggi è stato il giorno del ricordo, una commemorazione che va in scena ogni anno e che, ha sottolineato il presidente del consiglio comunale di Firenze Luca Milani, non va declassata a banale retorica. Presenti, oltre alle istituzioni e ad altri presidenti dei consigli comunali del territorio metropolitano, anche alcuni rappresentanti della comunità ebraica e musulmana, con l’imam Izzeddin Elzir.
Delle 300 persone che quel 9 novembre del 1943 salirono sul convoglio diretto al campo di sterminio, soltanto 15 fecero ritorno a casa al termine della guerra. Il ricordo dei deportati ebrei è quindi vivo più che mai nella memoria di chi, oggi, ha voluto ricordarli con sincera partecipazione. “E’ un nostro dovere istituzionale e civico – ha spiegato il presidente del consiglio comunale fiorentino Milaniti – venire qui al binario 16 e ricordare quello che successe quel giorno nel ’43. I temi della discriminazione e del razzismo non solo non vanno dimenticati, ma non vanno nemmeno banalizzati come retorica. Più si racconta la nostra storia e più si riesce a far crescere le giovani generazioni sotto saldi principi”.
Milani ha lanciato un riferimento anche ad altre commemorazioni, quelle per la marcia su Roma che si sono tenute giorni fa a Predappio e che hanno indignato buona parte dell’opinione pubblica del nostro paese. “Fa tanta rabbia, perché non è normale non aver ancora chiuso con quella pagina. Del fascismo non c’è niente da salvare, non si parla soltanto della guerra e delle leggi razziali. E’ stato un sistema che con l’uso della forza ha piegato libertà e individualità. Si tratta – ha detto Milani – di un periodo storico che va chiuso assolutamente”.