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Detenuto non rientra in carcere Siena, scatta evasione

Detenuto - torture in carcere

Un dentenuto del carcere di Siena, dopo un permesso premio, non è rientrato nella struttura, “tecnicamente si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto” afferma Donato Capece.

Un detenuto nel carcere di Siena per una condanna definitiva per furto non è rientrato nell’istituto dopo un permesso premio. E’ quanto rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Sappe spiegando, attraverso il segretario nazionale Donato Capece, che “tecnicamente si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto”.

Sono già in corso, prosegue Capece “le operazioni di polizia dei nostri agenti” finalizzate a catturare il detenuto che “beneficiava già dell’ammissione al lavoro art.21, che permette il lavoro all’esterno con pernottamento in istituto: usciva alle 8 e rientrava alle 21. Stamane alle 9, dopo 12 ore di non rientro programmata alle 21 di ieri, è scattato il reato di evasione”.

Il Sappe spiega che “nei primi sei mesi del 2018 si sono verificate 2 evasioni da istituti penitenziari, 27 evasioni da permessi premio, 7 da lavoro all’esterno, 7 da semilibertà e 17 mancati rientri di internati. Dati minimi, rispetto ai beneficiari: nel 2017 sono stati concessi 34.105 permessi premio e le evasioni in tutto sono state 36, ossia lo 0,1%. Questo non deve perciò inficiare l’istituto della concessione delle ammissioni al lavoro all’esterno o dei permessi ai detenuti”.

Al tempo stesso Capece evidenzia che “ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del corpo in servizio negli istituti penitenziari, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione. Ci aspettiamo provvedimenti concreti dal ministro della Giustizia Bonafede e dal capo dell’Amministrazione penitenziaria Basentini”.

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