Dichiarazione dell’On. Rosa Maria Di Giorgi, Capogruppo Pd in commissione istruzione. “Non è così che si prepara il proprio futuro e quello del paese”.
“Colpisce a lascia perplessi il risultato del sondaggio pubblicato su skuola.net secondo cui il 70% dei ragazzi sarebbe favorevole alla DAD. Colpisce perchĂ© abbiamo ancora tutti negli occhi le manifestazioni dello scorso anno per chiedere la scuola in presenza, le lezioni all’aperto, i presidi e i professori con gli studenti davanti alle scuole uniti nella richiesta”. Lo dichiara l’On. Rosa Maria Di Giorgi, Capogruppo Pd in commissione istruzione.
“Lascia perplessi perchĂ© sembra si riferisca solo alla scuola. Si continua ad andare nei bar, nelle piazze, nei centri sportivi? Quale grande contraddizione!Non è così che si prepara il proprio futuro e quello del paese. Meno preparazione vuol dire meno opportunitĂ . Vorrei ricordare che negli altri Paesi europei la scuola è regolarmente aperta e sono stati pochissimi i periodi in cui è stata lasciata chiusa, per altro solo in un numero molto ridotto di stati” prosegue Di Giorgi.
Che aggiunge: “la scuola, come abbiamo detto sempre noi del Pd, e come ha ribadito il presidente Draghi, è il principale strumento della democrazia per assicurare a tutti le pari opportunitĂ previste dal terzo articolo della Costituzione. E’ compito di tutti lavorare perchĂ© sia pienamente “scuola”. Sappiamo che la didattica a distanza può essere un buon palliativo, in specifiche situazioni di emergenza, come previsto nei decreti, ma deve rappresentare uno strumento estremo cui ricorrere in momenti di reale necessitĂ ”.
“Certo -sostiene ancora Di Giorgi – gli studenti si trovano ad avere a che fare con un sistema che, pur avendo avuto risorse dal Governo e dal Parlamento, non è stato evidentemente in grado di rispondere a pieno alle necessitĂ . Ad esempio non si capisce, in molti casi, perchĂ© non si siano acquistati gli impianti di areazione finanziati fin dallo scorso marzo, insieme ad altre misure”.
“Infine -conclude la parlamentare- va detto che in molti luoghi del paese si scontano anche le timidezze, per non parlare di vere e proprie inefficienze delle amministrazioni locali, che avrebbero dovuto supportare i presidi e insistere per l’installazione degli impianti”.
“Una cosa però è certa: il segnale che dobbiamo dare come Paese è quello di non indietreggiare di fronte alla disorganizzazione che genera facili alibi e scappatoie, ma di continuare a lavorare chiedendo che tutti facciano la propria parte, piĂą e meglio di quanto fatto finora. La scuola non si chiude, perchĂ© quando chiude la scuola chiude un pezzo di futuro e non vogliamo, nĂ© possiamo permettercelo” precisa Di Giorgi.