Lun 23 Dic 2024
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Di Giorgi (PD): Firenze può ridefinire la sua identità, serve nuovo slancio per uscire dall’impasse

La deputata Dem: “Ha fatto bene il sindaco Nardella a chiedere ieri misure ad hoc per le città d’arte. Firenze però ha bisogno anche di ridefinire la propria identità, guardando ad un futuro in cui il turismo non sia un problema ma una vera risorsa a beneficio di tutta la collettività”

“Dobbiamo impegnare le energie per progettare quello che sarà la nostra città, e quella dei nostri figli, da qui ai prossimi anni, partendo dai ‘vuoti’ lasciati dalla pandemia. Che dobbiamo riempire con una nuova progettualità, adesso anche in via emergenziale, ma sapendo dove vogliamo arrivare. Il rischio infatti è che una volta usciti, ci auguriamo presto, da questa fase delicata, tutto riprenda come prima. Solo che il prima ci ha consegnato un modello squilibrato che è parte dei problemi attuali. Oggi abbiamo la grande, irrinunciabile, occasione di correggere le storture che questo modello di sviluppo ha creato” lo sostiene la parlamentare del Pd Rosa Maria di Giorgi, inserendosi nel dibattito sul futuro di Firenze e delle città d’arte.

“E’ vero che i flussi turistici in una determinata misura non possono essere controllati dalla destinazione finale, si chiami anche Firenze o Venezia. Ma è altrettanto vero che noi dobbiamo immaginare delle regole che determinino il contesto in cui i flussi turistici si vadano a collocare, in rapporto e non, come accade talvolta oggi, in antitesi con il resto della città. Bene dunque una legge nazionale che, ad esempio, regolamenti il fenomeno degli affitti brevi, riportandolo al suo spirito originario, e quindi non come surrogato dell’accoglienza alberghiera, ma dando la possibilità a privati cittadini di incrementare il proprio budget familiare attraverso la condivisione di spazi dell’abitare” sostiene Di giorgi. .

Che aggiunge, sempre a proposito di Firenze, “dobbiamo però anche capire come cambierà nel prossimo futuro il comparto turistico, e che impatto avrà, ad esempio, la digitalizzazione sulla definizione dei flussi, e delle stesse ‘eperienze’ turistiche”.

“Sul tappeto ci sono idee importanti: il progetto degli Uffizi diffusi caro la presidente della Regione Giani, che condivido totalmente, quello della limitazione degli affitti turistici, lo scudo verde per quanto riguarda la mobilità, la transizione ecologica, la valorizzazione delle ‘periferie’ etc. E’ necessario mettere a ‘sistema’ tutte queste esperienze, interconnettendole tra di loro, in una visione di insieme, avendo chiaro il punto d’arrivo. Una sorta di ‘cabina di regia’ -termine che è tornato molto in voga e che rappresenta il ruolo che deve svolgere la politica-, che elabori progetti integrati, e che controlli le varie fasi della loro realizzazioni” prosegue la parlametare. ” A partire dalla necessità di riportare la residenza in centro non come fatto identitario, però, ma come produzione di cultura contemporanea, Di interazione con le stanzialità elettive di tutti coloro che vengono a Firenze per con-vivere con noi Fiorentini per periodi più o meno lunghi”.

E ancora, “centrale sarà anche l’offerta culturale (come bene ha ricordato Elisabetta Fabbri in una bella intervista di qualche giorno fa), il rapporto con le eccellenze che già abbiamo (dal Maggio Musicale Fiorentino, al conservatorio Cherubini ,alla Pergola, all’ORT, al Nuovo Museo Alinari, all’accademia della Crusca, ma anche alle decine di esperienze nuove e solo apparentemente minori con le quali dobbiamo fare rete), quello con il patrimonio di ‘conoscenza e ricerca’ che Firenze può offrire attraverso l’università d Firenze, il CNR, e le molteplici università straniere, e quello con la comunità di artisti più o meno noti che vivono e lavorano a Firenze. Così come è necessario individuare uno sguardo ‘altro’ attraverso la valorizzazione del contributo di professionalità, in primis femminili visti i tempi, in grado di portare nuovi stimoli e nuove idee.

“Oggi questi mondi (il turismo, la residenza, il domicilio) si vivono a compartimenti stagni, incontrandosi spesso solo sul lato del ‘consumo’ della o ‘nella’ città. Bisogna fare in modo che tutti siano parte della soluzione, e dialoghino tra di loro per trovare il corretto modo di dare un futuro alla nostra città .Questo può farlo una legge solo in parte. Il resto appartiene al mondo in cui la nostra comunità saprà ripensarsi tutta insieme, avendo anche il coraggio di scelte nuove idonee ad affrontare tempi nuovi ” conclude Di Giorgi.