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Disabili, Sarti (Sì): “Casa Gabriella esige delle risposte non più rimandabili”

Casa Gabriella esige delle risposte.  L’obbiettivo è dare alloggio, in strutture esterne all’Unità spinale di Careggi, alle persone con gravi lesioni midollari per attività di day hospital, che si possono protrarre per più giorni. I casi tipici sono le cure per fratture e piaghe da decubito. “Il progetto  su un terreno di proprietà dell’Inail si scontra  con l’inerzia di USL, Comune e Regione”. Lo denuncia Sì Toscana a Sinistra ad un anno dalla mozione che pur essendo approvata all’unanimità per l’istituzione di un tavolo regionale non ha portato a niente di concreto.

Chiara Brilli ha intervistato l’ex consigliera regionale Monica Sherri tra le promotrici del progetto e il consigliere di Sì Toscana a Sinistra, Paolo Sarti
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“L’assessore Stefania Saccardi deve convocare il tavolo sul progetto Casa Gabriella, come richiesto dalla nostra mozione, approvata a febbraio 2017 all’unanimità dal Consiglio regionale. E’ una questione non più rimandabile”. Lo afferma Paolo Sarti, consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra. Il progetto Casa Gabriella nasce da un’idea di Gabriella Bertini, storica attivista per i diritti dei disabili, prima donna italiana in carrozzina a guidare un’automobile. “Sarebbe la prima struttura pubblica di questo tipo in Italia, per dare completezza nel tempo al percorso assistenziale garantito dall’Unità spinale, senza dover essere ricoverati”, spiega Manuela Cappellini, presidentessa dell’Associazione Toscana Paraplegici Onlus. “Si tratterebbe sostanzialmente -aggiunge Cappellini- di un ampliamento dell’unità esistente, accanto a Careggi. In tutto il nord Europa le unità spinale hanno sempre a fianco una struttura più residenziale, finalizzata a diversi progetti per svolgere attività ambulatorie, riabilitative o anche formative. Casa Gabriella prevederebbe la realizzazione di una nuova struttura in parte dedicata ad aspetti riabilitativi, sociali, di aggregazione, sportiva, e in parte con una serie di casine, come le ha sempre chiamate Gabriella, dei piccoli appartamenti strutturati in modo diversificato a seconda delle esigenze, ma accessibili a paraplegici e tetraplegici, con i propri caregiver o familiari, nell’ottica di trovare nuove soluzioni, un nuovo tipo di assistenza, di imparare a muoversi diversamente, assieme agli operatori dell’unità spinale”.

“Il problema sollevato dalla Giunta -prosegue Sarti- è che il terreno dove si vorrebbe far sorgere Casa Gabriella è di proprietà dell’Inail, ma vi è già un affittuario sotto sfratto. Secondo quanto sostiene Inail, non si può discutere il progetto fino a che l’inquilino lascia questa abitazione. Ma il tavolo deve essere convocato a prescindere da questa vicenda giudiziaria. Torniamo a sollecitare Saccardi- conclude Sarti- e speriamo che l’assessore riveda le sue decisioni, anzi le sue non decisioni”.

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