Sono circa 200mila le persone con disabilità in Toscana secondo gli ultimi dati Istat (aggiornati al 2021), una quota tendenzialmente in aumento secondo quanto emerge dal settimo rapporto sulle disabilità in Toscana, curato dall’Osservatorio sociale regionale e presentato oggi a Firenze.
Nel 2021 sono stati certificate oltre 10.173 nuove persone con disabilità in Toscana (di cui 3.844 con gravità), i servizi sociali hanno aperto 789 nuove cartelle e nelle scuole dell’obbligo si sono iscritti 787 nuovi alunni con disabilità. Complessivamente, per questo ambito, la spesa sanitaria nel 2021 è stata di 135 milioni. Per quanto riguarda l’ambito scolastico in Toscana gli alunni con disabilità nel 2022-2023 sono stati oltre 18.000, pari al 3,6% della popolazione scolastica: i posti di sostegno attivati nello stesso anno scolastico sono stati oltre 14.000. In riferimento al lavoro i soggetti con disabilità iscritti al collocamento mirato hanno superato quota 40.000.
All’interno del rapporto sulla disabilità in Toscana si trova anche un focus sul servizio ‘Dopo di noi’, il percorso per favorire l’autonomia, il benessere e la piena inclusione sociale delle persone con disabilità grave: al 31 dicembre 2022 sono state 1.808 le persone che hanno presentato richiesta di ammissione ai progetti finanziati dal fondo, con un +2% rispetto all’anno precedente. “Come Regione siamo costantemente impegnati, a stretto contatto con le Asl, i servizi sociosanitari degli ambiti territoriali, gli operatori, le professioni e il mondo del terzo settore per una presa in cura delle disabilità – ha affermato l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – che sia sempre più basata sulla centralità della persona e sulla capacità di dare risposte integrate, tenendo insieme i bisogni e i diritti. L’appello che voglio fare al Governo è che la missione 5 del Pnrr aveva connesso due leggi di sistema, una è quella sulla non autosufficienza e l’altra quella sulle disabilità”.
“Le leggi sono state approvate – ha detto ancora -, la Regione era presente ai tavoli di lavoro e adesso si stanno scrivendo i decreti attuativi: serve però rimettere al centro il progetto individuale di vita ed associare il budget di salute, vuol dire mettere aumentare le risorse e smettere di frammentarle”.