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Disco della settimana: Michael Kiwanuka “KIWANUKA”

‘Kiwanuka‘, terzo album di Michael Kiwanuka, pubblicato il 1° novembre su Polydor Records. L’album è il seguito di ‘Love & Hate’, uscito nel 2016, grazie al quale il musicista britannico ha ottenuto la sua seconda e terza nomination al ‘Mercury Prize’ e ai ‘BRIT’. Il disco è stato registrato a New York, Los Angeles, Londra in studio con Danger Mouse e Inflo, lo stesso team di produzione di ‘Love & Hate’. Sempre accompagnato dalla sua band di musicisti, Michael si ispira ai grandi del passato (un cenno a Gil Scott-Heron, Bobby Womack, e l’immancabile Otis Redding alla voce) e si allontana ancora di più dall’anima folk del suo album di debutto, ‘Home Again’ del 2012. Gli arrangiamenti creati da Brian Joseph Burton mettono insieme afro pop e funk come nella traccia d’apertura “You Ain’t The Problem” contaminando spesso il tutto con un pizzico d’elettronica

“L’album precedente proveniva da un luogo introspettivo come fosse stato una terapia, credo. Quest’ultimo disco invece rispecchia il sentirmi a mio agio per quello che sono. Come potrei essere audace e sfidare me stesso e l’ascoltatore? Si tratta di auto-accettazione in un modo più trionfante che malinconico.  E’ un album che esplora cosa significa essere un essere umano oggi”.

“Quando ho firmato per la prima volta un contratto discografico -prosegue Kiwanuka- la gente mi chiedeva: ‘Allora, come ti chiameranno?’. E non ci ho mai pensato: chiamarmi Johnny Thunders o quello che è, come i cantanti del passato. Questo album è qualcosa di provocatorio; mi sto impegnando per quello che sono  e non voglio avere un alter ego, o diventare Sasha Fierce o Ziggy Stardust, anche se tutti mi dicono che devo essere questo, quello o l’altro. Posso semplicemente essere Michael Kiwanuka”.

La cover dell’album è stata dipinta da Markeidric Walker, giovane artista di Atlanta. Michael suonerà dal vivo a novembre e dicembre e sarà a Milano a Le Fabrique il 7 dicembre.

Il brano “Hero” è dedicato a Fred Hampton, leader delle Black Panther ucciso nel 1969 ad appena ventuno anni, “Another Human Being” è costruita attorno alla registrazione di una dimostrazione per i diritti civili interrotta improvvisamente da un colpo di pistola mentre in “Interlude (Loving The People)” è presente la voce dell’attivista e uomo politico americano John Lewis.

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